Sab. Nov 23rd, 2024

Aprire un servizio di Poste Private in Franchising

Elisa di Battista

Dall’1 gennaio 2011 si sono diffusi anche in Italia i servizi postali privati in seguito al dl 58/2011 (che recepisce la direttiva europea 2008/6/CE) e che comporta la diffusione nel mercato di operatori concorrenziali rispetto al servizio postale statale, prima monopolistico, e che completa un iter di liberalizzazione progressiva avviato in Europa dal 2003.

Sono sorti così, rapidamente, molti uffici postali privati in franchising, che rappresentano un’opportunità di investimento e imprenditoriale. E che, come ogni franchising, impongono all’affiliato (o franchisee) di seguire le direttive della casa madre (franchisor, o affiliante), da cui apprendono il know how per avviare l’attività e di cui “sfruttano” il nome, diffondendo il brand.

Gli investimenti iniziali sono variabili ma in linea di massima bisogna calcolare minimo 5000 euro, cifra che va a coprire i costi dell’attrezzatura (come stampante termica, pistola ottica, palmare), l’arredamento, l’eventuale fee d’ingresso (ma c’è chi ne ha azzerato i costi, come nel caso di MailExpress e di PostExpress, che hanno abolito anche le royalties mensili), i software, il corso di formazione che, in media, dura tra i 2 e i 5 di giorni e insegna il mestiere all’affiliato dal punto di vista legale, commerciale, amministrativo ed operativo.

Quando invece sono previste fee d’ingresso, bisogna preventivare circa altri 5000 euro, come nel caso di Qui Poste e di Posta Privata Nazionale (la quale, però, non si definisce franchising ma network, specificando di non porre vincoli all’affiliato, che resta così indipendente) e in questo caso la cifra comprende il costo dell’istruttoria del Ministero, del corso formativo, della concessione in uso del software operativo che consente di gestire sia i bollettini che la corrispondenza, la prima fornitura di materiale per postalizzazione, il sito internet, l’indirizzo mail, i volantini per il lancio pubblicitario dell’agenzia. Ci sono, inoltre, anche dei brand che decidono le fee d’ingresso in base al numero di abitanti, come Cityposte, che prevede una cifra che va dai 5000 ai 7000 euro + Iva.

Tra le spese bisogna considerare l’affitto (l’ufficio, di almeno 25-30 mq, dev’essere collocato in una zona di passaggio e facilmente raggiungibile, con parcheggio nei paraggi, e deve prevedere un’area per i clienti e una per lo smistamento della posta), le utenze, i timbri, la cancelleria, e il costo dei dipendenti se ce ne sono. Oltre naturalmente alle royalties mensili se previste o, come nel caso di Posta Privata Nazionale, la corresponsione all’affiliante di 0,06 euro+ iva per ogni documento inserito sul sistema operativo della casa madre sistema operativo (ad esempio, 60 centesimi per 5 raccomandate e 5 spedizioni prioritarie).

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da NEWS.BIANCOLAVORO.IT

Di Margiov