Fa da modello all’intero gruppo multinazionale, dalla Spagna a Singapore: è l’Italia ad aver dato vita al franchising Bata, la società di calzature fondata nel 1894 dall’imprenditore ceco Tomas Bata.
A dispetto delle sue dimensioni internazionali e di una rete di circa 6 mila punti vendita che accolgono oltre un milione di clienti ogni giorno, il gruppo è ancora controllato e guidato dai suoi discendenti. Ciascuno dei 100 Paesi nei quali Bata è presente è gestito da società che sono per lo più al 100% di proprietà della famiglia, «pur essendo del tutto indipendenti» sottolinea a Economy Giorgio Fuser, responsabile del franchising Italia.
In Italia Bata è presente attraverso la controllata Compar: nata nel 1931, la società ha sede a Limena, in provincia di Padova, e al timone c’è oggi l’amministratore delegato Fabio Tronchetti. Solo in Italia Bata fattura 450 milioni di euro con una doppia rete distributiva: una costituita da negozi di proprietà e un’altra da negozi in franchising e quest’ultimo è nato appunto 27 anni fa. Bata può così contare su 120 punti vendita in franchising in Italia e altrettanti all’estero (Est Europa e Medio Oriente), tutti gestiti dalla Compar.
«Gli ultimi quattro anni sono stati di forte espansione» dice Fuser. «Sono state 11 le nuove aperture in franchising nel 2008 ed entro quest’anno ne avremo almeno altre nove, mentre i nuovi negozi diretti saranno 12».
Tre tipologie. Grazie a questa rete, Bata commercializza in Italia oltre 10 milioni di calzature all’anno, ma va precisato che la rete si basa su tre tipologie di negozi: i Bata City Store, i Bata SuperStore e i Bata Factory Store.
- I primi sono un po’ come delle boutique. Sorgono per lo più nei centri storici e vendono le collezioni moda donna e uomo: scarpe da città e abbigliamento.
- I Bata Superstore occupano invece metrature importanti, dai 400 ai mille metri quadrati, e lì si possono acquistare anche le linee dedicate al bambino, l’abbigliamento e le calzature sportive;
- mentre i Factory Store sono negozi di oltre mille metri quadrati collocati nei centri commerciali o negli outlet.
Non bisogna dimenticare che Bata possiede anche una collezione sportiva con un marchio proprio, Power.
E del resto Compar vanta anche un’altra catena di negozi, con un altro nome e interamente riservata allo sport: Athletes World. Nessuno si stupirà sapendo che anch’essa è stata sviluppata in Italia: «Abbiamo aperto 64 negozi diretti e 34 in franchising, tutti gestiti da una divisione speciale di Compar» conferma Fuser. E se le collezioni da città sono per il 50% realizzate in calzaturifici italiani, quelle sportive sono prodotte in Estremo Oriente. Lo stesso discorso vale per abbigliamento e accessori, che al momento pesano quasi il 20% sul fatturato del gruppo.
da BLOGONOMY