SANA 2009
Il biologico italiano
Il mercato stimato tra i 2.8 e i 3 miliardi di euro. Nei primi sei mesi del 2009 nella gdo +7.4% in valore e 8.5% in quantità; crescita media dal 10 al 15% nel canale di vendita specializzato
Con una superficie di oltre 32 milioni di ettari, 1.200.000 aziende in 141 Paesi e un mercato del valore di oltre 46 miliardi di dollari (oltre 32 miliardi di euro), negli ultimi anni l’agricoltura biologica ha fatto registrare un sensibile sviluppo a livello mondiale con tassi di crescita media dal 10 al 20% annuo.
Nell’ultimo anno la superficie coltivata senza sostanze chimiche di sintesi è cresciuta di 1,5 milioni di ettari e le vendite, sono aumentate di circa 7,5 miliardi di dollari (5 miliardi di euro), raggiungendo un valore più che doppio di quello registrato solo nel 2000. L’Europa è il maggior mercato mondiale per i prodotti biologici (seguita a brevissima distanza dagli Stati Uniti, anche grazie al deprezzamento del dollaro); i Paesi in cui il mercato biologico è più significativo sono Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia, mentre i Paesi in cui è più elevato il consumo pro capite sono quelli alpini (Svizzera, con oltre 100 euro, in crescita dell’11% e Austria), seguiti da Danimarca (intorno ai 100 euro di spesa annua a testa) e Svezia (con un 36% nel 2008).
La “classifica” delle coltivazioni biologiche è guidata dall’Australia con 12 milioni di ettari, mentre l’Italia, con una superficie bio pari a circa 1 milione di ettari, occupa il sesto posto (dopo Australia, Argentina, Brasile, Cina e Stati Uniti) a livello mondiale e il primo a livello europeo, in un testa a testa con la Spagna e davanti a Germania e Gran Bretagna.
E’ anche al primo posto in Europa per il numero di aziende agricole che hanno scelto il metodo biologico, adottando tecniche di coltivazione moderne e rispettose dell’ambiente. Il nostro paese è poi il primo produttore al mondo di ortaggi (con otto volte la superficie a ortaggi biologici spagnola), cereali (con circa 250.000 ettari), agrumi, uva (con 38.000 ettari, il doppio della Francia) olive bio e si colloca al secondo posto per il riso biologico (dopo la Thailandia).
Sul territorio nazionale vengono coltivati numerosi altri prodotti biologici, vere e proprie eccellenze agroalimentari uniche al mondo: nel corso degli anni numerose aziende biologiche italiane hanno vinto premi prestigiosi nei concorsi internazionali dedicati a prodotti come vino, olio, formaggi.
Indirizzando una parte significativa della produzione bio all’estero, l’Italia è anche il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici (che raggiungono gli scaffali di tutta Europa, Stati Uniti e Giappone) per un valore di circa 900 milioni di euro.
Questo costante sviluppo dell’agricoltura biologica dimostra la sempre maggiore attenzione dei produttori alla salvaguardia dell’ambiente e della salute e la crescente consapevolezza dei consumatori dell’importanza di acquistare prodotti alimentari naturali e garantiti.
Ciò nonostante però, i consumi di prodotti bio nel nostro Paese non sono all’altezza dei primati produttivi, collocandosi attorno al 3% della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane, contro quote che per alcune tipologie di prodotti sfiorano il 20% in altri stati europei come Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Paesi scandinavi. Il mercato del biologico italiano è stimato tra i 2.8 e i 3 miliardi di euro, con circa 1.8 miliardi di vendite al dettaglio in negozi specializzati, supermercati, vendite dirette delle aziende agricole (particolarmente per olio, vino e ortofrutta), consegne a domicilio e gruppi d’acquisto. La ristorazione scolastica vale tra i 200 e i 250 milioni di euro. Per quanto riguarda la grande distribuzione (che, pur sensibile al biologico, offre comunque una gamma limitata di prodotti), nonostante la crisi generale di consumi nei primi sei mesi del 2009 gli acquisti di prodotti bio confezionati in Italia hanno fatto registrare un incremento del 7.4% in valore e dell’8.5% in quantità rispetto al 2008, per circa 350 milioni di euro (dati Ismea/AcNielsen).
Tra i settori che hanno evidenziato gli incrementi maggiori si segnalano l’ortofrutta, le bevande e le uova (il cui consumo è aumentato di oltre il 35% dal 2005 al 2007: nei soli supermercati i consumatori italiani ne acquistano più di 250.000 al giorno). Ma vanno bene tutte le categorie di prodotti:ogni giorno nella grande distribuzione si acquistano 15 tonnellate di yogurt e oltre 40.000 litri di latte biologici. Per ciò che concerne le diverse aree geografiche del paese, il consumo è più forte nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est. Il canale dei punti vendita specializzati in soli prodotti biologici (oltre un migliaio di negozi distribuiti in tutta Italia, anche se in prevalenza concentrati al nord e al centro) ha segnato performance anche superiori, facendo registrare una crescita media dal 10% (negozi indipendenti) al 15% (punti vendita affiliato in franchising).
Analogo andamento positivo per le vendite dirette degli agricoltori (sono circa 2.000 quelli che offrono direttamente al pubblico i loro prodotti in spacci aziendali e in banchi ai mercati) e per i gruppi d’acquisto. Il settore produttivo si caratterizza per dati assolutamente originali, se confrontati con la situazione generale dell’agricoltura italiana: altissima la percentuale di donne imprenditrici (25%), di giovani (il 50% ha meno di 50 anni), di scolarizzazione elevata (il 50% dei produttori bio ha il diploma, il 17% la laurea) e la propensione alle nuove tecnologie (il 52% utilizza Internet).
Da rilevare, infine, la grande diffusione dei prodotti bio nella ristorazione collettiva: in circa 750 Comuni italiani, infatti, le mense scolastiche utilizzano alimenti biologici per un totale di oltre 1 milione di pasti al giorno.
GB Studio (Gabriella Bonvini – Stefania Consigli)
da NEWSFOOD.COM