Ven. Nov 22nd, 2024

Hotel di lusso, le mosse dei big è l’Italia l’oggetto del desiderio
DA ACCOR A IHG, FINO A MARRIOTT INTERNATIONAL SONO NUMEROSI I GRUPPI STRANIERI CHE HANNO SCELTO DI PUNTARE SULL’AFFILIAZIONE DI ALTA GAMMA GIÀ IN PROGRAMMA UN CONSISTENTE NUMERO DI OPERAZIONI

Sibilla Di Palma

Milano L e grandi catene internazionali puntano sul franchising di alta gamma per crescere ed espandere il proprio marchio nel Belpaese. “Il mercato italiano è caratterizzato da un eccesso di offerta di alberghi di qualità che soffrono, però, di una scarsa visibilità sul fronte estero: un aspetto che può essere colmato tramite l’affiliazione a un brand internazionale”, spiega Renzo Iorio, amministratore delegato di Accor Italia. Il gruppo opera nel franchising di alta gamma in Italia con il marchio MGallery che attualmente conta nove strutture ricettive.

“Quest’anno abbiamo avuto tre nuove affiliazioni, due a Milano e una a Lecce; altre due sono in cantiere a Roma e in Liguria e ci sono progetti in corso per ulteriori tre operazioni per il prossimo anno”, prosegue Iorio. Tutti i contratti prevedono una quota d’ingresso e delle commissioni in percentuale sul fatturato delle camere d’albergo. “Anche se con la crisi cerchiamo di attuare delle condizioni su misura per ogni singola struttura”. Accor, però, è solo uno dei nomi dei grandi gruppi europei e mondiali che operano come franchisor nella Penisola.

Tra questi Ihg, Starwood, Choice Hotels, Hilton Worldwide, Marriott e Wyndham. Ihg, ad esempio, è presente in Italia con 39 strutture in franchising, di cui una di fascia lusso. “Nei prossimi mesi abbiamo in programma due nuove affiliazioni di alta gamma, una con il marchio Crowne Plaza e un’altra con il brand Holiday Inn”, specifica Domenico Magnati, responsabile sviluppo franchising Inter-Continental Hotels Group. I contratti standard prevedono delle fee di ingresso e delle royalties sul fatturato lordo delle camere. “Anche se con la crisi cerchiamo di applicare delle formule il più possibile flessibili”. Recentemente poi la catena italiana di alberghi di lusso Boscolo Hotels ha siglato un accordo di affiliazione con Marriott International che prevede l’inserimento delle strutture 5 stelle del gruppo italiano nella rete distributiva dell’Autograph Collection, la linea di alberghi lusso indipendenti di Marriot.

A spingere la formula dell’affiliazione in tempi di crisi è la possibilità per le grandi catene di accrescere la propria visibilità in un paese storicamente ad alto tasso turistico come l’Italia investendo sull’esistente senza creare nuove strutture, con un significativo risparmio di costi. D’altro canto, gli albergatori hanno il vantaggio di mantenere la propria indipendenza operativa affacciandosi al contempo sui mercati internazionali. La strada da percorrere nella Penisola è però ancora lunga: il franchising alberghiero occupa, infatti, solo un peso del 4% sul totale degli alberghi, quasi tutti di piccole dimensioni e a gestione familiare, presenti sul territorio italiano.

“Uno dei principali fattori che ostacola l’attecchimento del franchising riguarda la chiusura e la diffidenza da parte degli albergatori nostrani sull’affiliazione a un brand internazionale”, sottolinea Massimo Bruno, amministratore di Bmconsulting e referente di Assofranchising per il settore alberghiero. “L’affiliazione, infatti, non viene vissuta dai piccoli albergatori come una garanzia, ma come l’imposizione di standard prestabiliti e come una sorta di colonizzazione”, prosegue Piergiorgio Mangialardi, presidente del Golden Palace Italian Luxury Hotel Torino. Il settore, però, ha delle buone chance per il futuro.

“Diverse realtà indipendenti e giovani iniziano a mostrarsi più aperte verso l’affiliazione: alcune, ad esempio, hanno scelto di sposare il cosiddetto multi franchising affidando a diversi marchi di network internazionali la gestione dei propri alberghi di catena”, conclude Bruno. Il franchising alberghiero occupa però solo un peso del 4% sul totale degli alberghi.

da repubblica.it

Di Margiov