Ven. Nov 22nd, 2024

Sigarette elettroniche: metalli pesanti nel liquido di ricarica
Tornano sotto accusa le sigarette elettroniche. Un’analisi commissionata dal settimanale “Il Salvagente” ha evidenziato la presenza nel liquido di metalli pesanti con valori elevati. Aperto un fascicolo di indagini da parte del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello.

di Stefania Amato

franchising_sigarette_elettronicheUn nuovo allarme si sta registrando sulle sigarette elettroniche; il settimanale “Il Salvagente” ha commissionato al dipartimento di Farmacia dell’università di Napoli, un’analisi riguardante la presenza di metalli pesanti nei liquidi per le sigarette elettroniche, ed ha pubblicato i risultati ottenuti in un articolo sull’ultimo numero uscito oggi nelle edicole italiane.

I risultati mostrati dal dossier riportano un alto contenuto di piombo, arsenico, cromo e cadmio, tutti metalli tossici o ancora peggio cancerogeni. Tra i campioni analizzati quello che presenta i valori più elevati è il “Louisville“, all’interno del quale sarebbe stata registrata una concentrazione di arsenico maggiore di quella che si trova nell’acqua potabile.

La pubblicazione dell’analisi ha catturato subito l’attenzione del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, da tempo impegnato nelle indagini sulle nuove sigarette elettroniche e sui liquidi di ricarica, che ha aperto un nuovo fascicolo relativo al caso, dicendo che le analisi saranno valutate molto attentamente.

Anche il Codacons, è intervenuto sull’argomento chiede urgenti controlli e sequestri. Secondo l’associazione dei consumatori, mentre si attende una normativa certa che regoli questo settore, il Ministero della Salute ed i Nas, devono mettere ordine nel caos attuale, analizzando i liquidi venduti dai punti vendita in franchising, e provvedere al ritiro immediato dal commercio per quelli che contengano sostanze dannose per la salute.

Pronta la reazione dei produttori che attraverso una dichiarazione del presidente dell’Anafe Massimiliano Mancini hanno fatto sapere di lavorare con ottimi standard di sicurezza. I produttori legati all’Anafe distribuiscono l’80% dei prodotti venduti, mentre il restante 20% viene importato dall’estero, in molti casi senza controlli appropriati. Mancini consiglia quindi di orientare la scelta su prodotti dei marchi più noti, senza andare alla ricerca di prezzi stracciati, magari su internet, acquistando prodotti senza alcuna garanzia.

da scienze.befan.it

Di Margiov