Frode PuntoShop

puntoshop_frodeA scoprire la frode milionaria ai danni dello Stato, è stata la Guardia di Finanza della città costiera.

Fu Valeria Marini a prestare volto e corpo come testimonial alle due società gemelle che hanno evaso oltre 200 milioni di euro al Fisco italiano, ma della maxi-evasione la showgirl non ne sapeva niente. Il suo volto appariva per qualche istante, pronunciando il nome della ditta, e subito dopo iniziava la televendita trasmessa dai maggiori network italiani.

Pedane vibranti e rasoi elettrici a matita capaci di tagliare la peluria di troppo dal naso, sopracciglia e orecchi: questi i prodotti messi in vendita dalla Punto Shop Spa con sede in Italia.

“In sostanza la società italiana invece di comprare gli oggetti direttamente dal fornitore asiatico ad un prezzo più favorevole li acquistava attraverso la consorella sammarinese, società ‘esterovestita’, ad un prezzo dieci volte superiore”, spiega ai non addetti ai lavori il tenente colonnello Gianfranco Lucignano, comandante del Nucleo di Polizia tributaria della Finanza di Rimini. “In questo modo” continua Lucignano “i maggiori costi inseriti in contabilità gli permettevano sia di abbattere i ricavi  limitando al minimo la base imponibile su cui pagare le tasse e sia di esportare illecitamente all’estero capitali camuffandoli in operazioni commerciali”. Spendere di più per spendere di meno, in sostanza. Mentre la società con sede legale in Italia, si occupava della vendita presso negozi in franchising delle pedanepuntoshop_frode1 vibranti, rasoi elettrici ed altri oggetti per la cura del corpo fabbricati in Cina e registrava le vendite emettendo fatture regolari, quella di San marino vendeva contemporaneamente le stesse cose attraverso però le televendite su reti pubbliche e private italiane, ma totalmente in nero. Le fiamme gialle sono riuscite a ricostruire il meccanismo utilizzato dalle due società per evadere, attraverso gli elenchi dei corrieri che consegnavano gli acquisti effettuati attraverso il numero verde dai privati.

Tra le persone denunciate, vi sono due amministratori di fatto ed uno di diritto con l’accusa di omessa e infedele dichiarazione dei redditi. L’evasione supera i 20 milioni, per quanto riguarda il pagamento dell’Iva mentre per imposte dirette e Irap le due società sono riuscite a “risparmiare” oltre 200 milioni. Coinvolti nella maxi frode anche padre e figlio romani che risiedevano a bordo ad uno yacht di 20 metri, intestato alla società e ancorato nel porto di Rimini.

da NOTIZIARIO VENETO