Natale di Crisi, Federstrade Cna
“Si salva solo l’intimo low cost”
Per i commercianti lo sprint finale non c’è stato: “I negozi sono vuoti, la gente non si vede dove è finita?”. Federconsumatori e Adusbef chiedono di anticipare i saldi
Solo l’intimo a basso prezzo sembra sopravvivere alla caporetto natalizia. Per gli altri, nelle principali strade commerciali della capitale, lo sprint finale purtroppo non c’è stato. E’ quanto si legge in una nota di Federstrade Cna di Roma. “I negozi sono vuoti e le bancarelle affollate – dice Paola Puma, commerciante di calzature in via Boccea – Eppure noi vendiamo calzature di prezzo medio. E se fino a qualche anno fa i clienti iniziavano a chiederci l’anticipo di saldi ai primi di gennaio, oggi provano a ottenerlo già dai primi di dicembre. Anticipi non possiamo farne, tutt’al più togliamo qualche euro. E non c’è cliente che non chieda comunque lo sconto”.
È il ciclo degli acquisti a cambiare radicalmente: al rientro dalle vacanze estive – spiega la nota – ottobre era un mese vivace, novembre piuttosto fermo per via degli impegni con le tasse, ma poi, a dicembre, ci si rifaceva. “Non ci siamo proprio – continua sconfortato Marco Caviglia, titolare di un negozio di abbigliamento uomo in viale Marconi – Siamo in flessione di vendite del 20-30 per cento ed è una tendenza iniziata il 31 luglio scorso. Qui non è che gira a mani vuote, la gente proprio non si vede. Ma dove è finita? Fino all’anno scorso, per un regalo, qualcuno qualche giaccone, o altri articoli impegnativi lo comprava. Oggi oltre la cravatta, la sciarpa o il maglioncino non ci si spinge”.
Tira un po’ di fiato solo l’intimo low cost, quasi sempre legato a catene in franchising. “La nostra proposta di Natale è di facile approccio, per questo negli ultimi anni riusciamo a vendere molta più maglieria che lingeria e vanno bene anche i gadget – dice Adolfo Mieli titolare di Tezenis, in viale Libia – Rispetto all’anno scorso l’aumento delle vendite è stato del 7-8 per cento, favorito anche dalla rimozione dei cantieri per la metro. Ci hanno penalizzato però gli scioperi e le targhe alterne”. Una nota negativa? “I centri commerciali: sono una disgrazia. Troppi, mal distribuiti, sono diventati un centro di potere economico che danneggia il negozio di vicinato, gli esercizi periferia e toglie sicurezza dalle strade”.
“Non c’è stata una ripresa last minute come speravamo – spiega Stefano Zarfati di Federstrade Cna di Roma – Il bilancio consuntivo è di un calo del 20 per cento, appena un po’ meno catastrofico del 25-30 dei primi giorni. I saldi anticipati al 5 gennaio non salveranno i regali di Natale, non certo procrastinabili alla Befana, che resta una festa esclusivamente per bambini. Molti però comprano buoni regalo adesso, spendibili nei giorni dei saldi. Potrebbe essere una buona idea di marketing commerciale. Stile Usa”.
“Alla luce del pessimo andamento dei consumi di Natale appare chiaro che la mancata decisione di anticipare i saldi è stata gravissima”, incalzano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Come sostenevamo da tempo – continuano – anticipare le vendite promozionali (come avvenuto in molte città a livello internazionale) avrebbe sicuramente aiutato a registrare un andamento meno disastroso. Per di più, tale comportamento ha determinato una concorrenza sleale tra i commercianti che, correttamente, aspettavano l’apertura dei saldi e quelli che, sottobanco, hanno iniziato già da tempo le vendite promozionali”.
“È indispensabile riparare immediatamente a questo errore – aggiungono Trefiletti e Lannutti – avviando da subito i saldi. Un’operazione quanto mai necessaria per avviare una ripresa del mercato, fornendo un importante aiuto ai cittadini e ai commercianti in crisi. Purtroppo, viste le condizioni del potere di acquisto delle famiglie, le previsioni sull’andamento dei saldi non possono che essere ‘nere’, ma almeno consentiranno a molte famiglie di effettuare finalmente alcuni acquisti (anche relativi ai regali di Natale) rimandati in attesa dell’avvio degli sconti”.