Sab. Nov 23rd, 2024

napoli_libreria_franchising_mondadoriIl presidente del Centro per il libro Montroni ai librai: “Vi esorto alla fiducia”

A Segrate la Mondadori chiama a raccolta i librai indipendenti…
REPORTAGE/ C’era anche Affaritaliani.it alla convention del gruppo Mondadori Libri (“E’ la prima volta che organizziamo un evento simile. Vogliamo dare un segnale di ripartenza…”), che ha invitato decine di librai indipendenti da tutta Italia per parlare delle sfide del futuro, in un contesto difficile per il mercato librario. Tra gli interventi, quelli dell’Ad Ernesto Mauri (“Per noi editori voi librai siete indispensabili”), quello di Riccardo Cavallero (“Entro Natale sarà pronto il nuovo aNobii, che vogliamo portare nelle librerie…”), e quello del presidente del Centro per il libro Romano Montroni, che ha esortato alla fiducia i presenti… – Particolari e retroscena

Decine di librai indipendenti da tutta Italia chiamati a raccolta a Segrate dal gruppo Mondadori. Non per  una consueta presentazione in anteprima delle novità in uscita nei prossimi mesi, ma per un appuntamento dal valore simbolico, vista la fase non certo semplice che sta vivendo l’intera filiera del libro.  “E’ la prima volta che organizziamo un evento simile. Vogliamo dare un segnale di ripartenza. Per affrontare le complesse sfide del futuro serve collaborazione tra editori e librai”, confida ad Affaritaliani.it  (che ha avuto modo di prendere parte alla convention) il numero uno di Mondadori Libro Riccardo Cavallero a margine dell’appuntamento.

AUMENTARE I PUNTI VENDITA IN FRANCHISING? – Certo, è probabile che alla Mondadori non dispiaccia se l’incontro spinga (indirettamente) alcuni degli ospiti a entrare a far parte della rete  di librerie in franchising del gruppo…

TANTI LIBRAI DAL CENTRO-SUD – Ipotesi a parte, nell’affollato auditorium di Segrate da una parte si percepisce la preoccupazione per il calo generale delle vendite (“al momento dal mercato continuano a non arrivare segnali positivi”), dall’altra per molti è la prima volta nella sede del più grande gruppo librario italiano, e non manca l’emozione. C’è chi arriva dalla Puglia, chi dalla Basilicata, chi dalle altre regioni del Centro-Sud, e buona parte degli invitati opera in provincia, lontano dai grandi giri dell’editoria.

L’AD MAURI: “VOI LIBRAI SIETE INDISPENSABILI” –  Ad aprire la convention e a sottolineare “il ruolo indispensabile delle librerie fisiche” per il gruppo è Ernesto Mauri, Amministratore delegato della Mondadori dal marzo 2013: “Amici librai, non fatevi demoralizzare”, spiega dal palco l’Ad, “i vostri consigli e il rapporto di fiducia che instaurate con i lettori sono determinanti”. Mauri ammette che, fatturato alla mano, anche il gruppo Mondadori sente la crisi: “Siamo ancora nello tsunami”. E sottolinea: “In questo mio primo anno da Ad ho pensato a tagliare i costi e a riorganizzare le singole strutture. Ora dobbiamo tornare a fare profitti, e quello dei libri è l’ambito che ci preoccupa meno in questo senso. Restiamo ampiamente leader di mercato”.

“NON SOLO DIGITALE, ANCHE POST-IT IN LIBRERIA…” – A seguire, Luca Paderni (Vice Presidente e Direttore della Ricerca di Forrester) analizza con l’aiuto di una serie di slide “la trasformazione dell’industria dei media e la Disruption Digitale”. Sì perché dell’impatto del digitale nell’industria del libro si parla un giorno sì e l’altro pure, ma diventa fondamentale capire come, nel giro di pochi anni, è cambiato l’atteggiamento dei lettori-consumatori, in rete e non solo. Il libraio del presente da un lato non deve aver paura dell’e-book e deve fare buon uso del web (e dei social media in particolare), e dall’altro non deve dimenticare metodi analogici e ancora particolarmente apprezzati, “come i consigli attraverso i post-it”. A questo proposito, si scopre che molto meno del 10% dei librai in platea (dove si intravedono anche molti editor dei marchi del gruppo) consiglia (o fa consigliare ai clienti) libri attraverso i post-it…

MONTRONI: “IL CENTRO PER IL LIBRO DARA’ PRIORITA’ AL LAVORO NELLE SCUOLE…” – Nel pomeriggio spazio all’intervento (nel box il link al testo completo, ndr) di Romano Montroni, punto di riferimento dei librai italiani, da poche settimane presidente del Centro per il libro e la lettura (al posto dell’ex numero uno della Mondadori Gian Arturo Ferrari). Prima di prendere la parola rivolgendosi ai suoi ex colleghi, Montroni con Affaritaliani.it parla del suo incarico al Cepell: “Tutte le risorse che arriveranno verranno concentrate sulla scuola. Nei paesi in cui i dati sulla lettura sono ben più positivi dei nostri, lo Stato presta attenzione a quelli che diventeranno i lettori di domani. Dobbiamo fare così anche in Italia”. Restano però i dubbi sui fondi (finora scarsissimi) a disposizione del Centro: “Ne servono di più, questo è evidente. E conto di avere a breve delle conferme positive in merito. Con il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini c’è piena sintonia, come pure con il ministro dell’Istruzione  Stefania Giannini. Ma oltre ai fondi sarà anche importante organizzare la filiera degli entusiasmi che, per fortuna, nel nostro Paese attorno al libro è forte”.

“ANOBII PRONTO ENTRO NATALE, POI LO PORTEREMO NELLE LIBRERIE…” – A Segrate la convention prosegue con la (breve) presentazione delle novità principali in libreria nei prossimi mesi e con l’intervento di chisura, affidato a Cavallero e a Valerio Giuntini (Direttore commerciale Libri Trade Mondadori). Allo stesso  Direttore generale libri del gruppo chiediamo a che punto è il progetto aNobii (lo scorso 11 marzo Segrate ha annunciato l’acquisizione del social network dedicato ai libri, fondato nel 2006 da Greg Sung): “L’obiettivo è risolvere i problemi tecnici – che ancora ci sono – e presentare la nuova versione entro Natale. A quel punto contiamo di portare aNobii nelle librerie italiane, sia con le recensioni sia con le classifiche”.

di Antonio Prudenzano da affaritaliani.it

Buongiorno a tutti.

È davvero un grande piacere essere oggi qui con voi, nella casa dell’editore che – senza nulla togliere agli altri – vanta un primato straordinario: abbraccia con la sua produzione tutto il panorama culturale italiano, dagli Oscar ai Meridiani, dai libri per bambini ai libri d’arte, ai best seller, alla saggistica, alla varia.

Sono qui per parlarvi, oggi, in qualità di presidente del Centro per il Libro e la Lettura, un ente collegato al ministero dei Beni e delle Attività Culturali che ha il compito primario di divulgare il libro e la lettura in Italia.

Quando – ai primi di aprile – mi è stato offerto questo incarico, mi sono subito chiesto quale sarebbe potuto essere il mio contributo e in che modo, precisamente, avrei potuto mettere al servizio del Centro la mia esperienza, le mie competenze, le mie peculiarità.

Ho iniziato il mio mandato con passione, entusiasmo e fiducia, anche se non credo di poter risolvere con un colpo di genio un problema annoso e complesso come la scarsa familiarità degli italiani con i libri e la lettura. Ritengo inoltre che i punti fondamentali sui quali fare leva siano già stati individuati da tempo, anche se naturalmente ho già cominciato a proporre delle idee tutte mie.

Sono consapevole che avvicinare gli italiani ai libri è molto difficile, ma nei miei molti anni di lavoro l’ho sempre vissuta come una sfida appassionante anziché come un ostacolo insormontabile ed è così che intendo continuare a viverla: essere sfiduciati non serve a niente.

Soprattutto, mi piacerebbe se riuscissimo a trasmettere il messaggio che comprare libri significa investire sul futuro dei nostri figli e nipoti.

Alcuni dati

Nel nostro paese, l’indice di lettura è tra i più bassi in Europa: in Italia legge il 43% della popolazione, contro il 62 della Spagna, il 70 della Francia, il 76 della Gran Bretagna e l’82 della Germania.

E purtroppo l’indice tende a diminuire, anche a causa della crisi economica: due anni fa, in Italia i lettori erano il 49% della popolazione e gli acquirenti il 44%, contro il 37 di oggi.

Scoraggiarsi, però, non risolve i problemi. Nei periodi di crisi, darsi da fare ed essere ottimisti è il modo migliore di reagire. Anche se a volte non è facile. È vero, in Italia si vendono pochi libri e si legge poco, sappiamo bene di essere terzultimi in Europa come indice di lettura e che il dato è in calo rispetto agli ultimi due anni. Ma non è un buon motivo per arrendersi.

Nel mio lavoro mi confronto ogni giorno con librai, editori, autori, distributori… mi accorgo che, per fortuna, in ogni segmento della filiera del libro ci sono ancora, nonostante tutto, forte passione ed entusiasmo. Dobbiamo incanalarli e usarli! Sono le nostre armi più preziose, perché ci permettono di far fruttare le risorse che abbiamo – che saranno anche poche, però ci sono. Impieghiamole al meglio!

Quella che è in atto in Italia è una vera e propria calamità civile. Perché l’ignoranza sfigura le nostre coscienze proprio come i terremoti e le alluvioni sfigurano il nostro paese: l’ignoranza travolge i princìpi, i valori, gli ideali, ci rende insensibili, ottusi, indifferenti, ci toglie la consapevolezza di chi siamo, dei nostri diritti ma anche dei nostri doveri – verso noi stessi, verso gli altri, verso la comunità. Ci toglie la voglia di migliorare. Ci priva dei punti di riferimento. In una parola, ci imbarbarisce.

L’ignoranza è una vera e propria calamità civile, e come una calamità va affrontata. Dobbiamo mobilitarci tutti. E io sono convinto che tantissime persone sarebbero felici di mettersi a disposizione di un progetto per incentivare la lettura e aiutare la diffusione dei libri, l’Italia ha una fortissima tradizione di volontariato che ha preso piede anche in ambito culturale: pensate cosa non riescono a fare, i volontari, al Festival della Letteratura di Mantova! Pensate alla risorsa che rappresentano i circoli di lettura!

Alcune idee che riguardano da vicino i librai

Per stimolare la lettura, che è uno degli obiettivi primari del Centro, senza dubbio la scuola è il terreno di semina più importante. Ma non è di questo che voglio parlarvi oggi, oggi vorrei darvi un’idea di che cosa il Centro potrebbe fare per diffondere i libri. Noi librai possiamo avere in questo un ruolo decisivo! Ho infatti un paio di idee che ci riguardano molto da vicino, e che prevedono un nostro coinvolgimento molto, molto attivo.

Eccole:

a. diffondere i libri riconoscendo alle librerie un ruolo centrale in questo processo (guadagnandosi naturalmente l’attiva collaborazione degli editori);

b. Trasmettere l’importanza della formazione dei librai, che rischiano di essere soppiantati da semplici commessi e che invece possono essere fondamentali per la diffusione dei libri.

Come rendere operative queste idee?

“Pensare è facile, agire è difficile, ma più difficile ancora è trasformare le idee in fatti.” Lo ha detto Goethe ed è senz’altro verissimo, lo sperimentiamo tutti ogni giorno. È vero anche che il clima che si respira oggi in Italia è tale per cui dobbiamo assolutamente trovare dentro di noi l’energia e la volontà di superare uno stato di arretratezza per effetto del quale in Europa ci guardano dall’alto in basso. Lasciarsi andare al pessimismo è troppo facile, bisogna invece impegnarsi e creare le condizioni per concretizzare idee e programmi, al meglio delle nostre possibilità. Sono convintissimo che i primi risultati positivi ci galvanizzerebbero tutti, e più saremo galvanizzati, meglio lavoreremo, meglio andranno le cose.

Passando all’operatività delle due idee che vi ho appena esposto, ecco che cosa ho pensato.

Per quanto riguarda la prima,

< >Diffondere i libri riconoscendo alle librerie un ruolo centrale in questo processo (guadagnandosi naturalmente l’attiva collaborazione degli editori),

penso al Maggio dei Libri 2015: 200 grandi librerie nelle piazze centrali da Milano a Palermo e da Tricase a Curno! 200 strutture per organizzare 200 piccoli Saloni del Libro, con una forte presenza di tascabili (il vero valore dei cataloghi degli editori!) e di libri per ragazzi: un’esposizione come questa, in molte piccole città sarebbe una novità assoluta! Per non parlare poi di una proposta della piccola e media editoria pensata in funzione dei territori. Le dimensioni dovrebbero essere 1000 metri quadrati.

I protagonisti potrebbero essere: 1) amministrazioni comunali; 2) sponsor; 3) editori; 4) librai.

1) Le amministrazioni comunali dovrebbero concedere gratuitamente piazze e altri luoghi centrali del territorio che ospitino – per un periodo non inferiore ai 15 giorni – queste grandi strutture. (L’Anci ha già condiviso questa idea.)

2) Le associazioni commercianti, le banche locali, gli enti, le fondazioni, le aziende e, perché no, singoli cittadini “illuminati” (e facoltosi) che comprendano l’importanza della missione del Centro dovrebbero farsi carico del costo delle strutture (l’Enel, per esempio, potrebbe concedere gratuitamente l’energia elettrica).

3) Per la durata dell’iniziativa gli editori dovrebbero concedere condizioni economiche vantaggiose (sconti adeguati e conti deposito) e impegnarsi a mandare alcuni autori che leggano i loro libri ad alta voce.

4) I librai del territorio, coordinati, dovrebbero farsi carico della gestione della struttura attraverso il loro personale, con un libraio “distaccato” da ciascuna libreria. Chi parteciperà sarà ripagato dal margine derivato dalla vendita dei libri.

La comunicazione potrebbe avvenire attraverso testi redazionali concordati con i diversi partner su giornali, radio e tv locali (ma presto, si spera, anche nazionali!).

Per quanto riguarda invece la seconda,

b. Trasmettere l’importanza della formazione dei librai, che rischiano di essere soppiantati da semplici commessi e che invece possono svolgere un ruolo decisivo nella diffusione dei libri e della lettura

Bisogna partire da un riflessione sul nostro mestiere.

Più che aprire nuove librerie, fatto in sé encomiabile ma di difficile attuazione, bisognerebbe dare maggior qualità e professionalità a quelle che già esistono, per impedire che chiudano. A differenza della Scuola Librai Italiani di Orvieto, che si rivolge agli aspiranti librai, da oltre trent’anni la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri “rigenera” chi il mestiere di libraio lo esercita già: per rimanere sul mercato, oggi, bisogna mantenere alta la tradizione e sviluppare l’innovazione. Sapere, saper fare e saper essere devono essere gli imperativi di comportamento in libreria, e vi assicuro – dopo trent’anni di esperienza con la Scuola – che questo “annaffiamento-rigenerazione” porta risultati stupendi! Per esempio, sono cambiate la Liberrima di Lecce, la Mondadori franchising di Modica, la Cuccumeo di Firenze, che è diventata una libreria di forte riferimento… I protagonisti di queste librerie sono stati rigenerati non solo dalla formazione, ma anche dall’entusiasmo che hanno ricevuto! Non è un caso se in Germania, uno dei paesi in cui si legge di più nel mondo, la formazione dei librai dura due anni!

C’è poi un’idea sulla quale stiamo lavorando, un’iniziativa che porta il nome di SOS Libraio-Tata. Non entro nel merito, ma vi manderò il progetto appena si concretizzerà.

Sono sempre più convinto che la sopravvivenza delle librerie è legata alla ricerca costante della qualità. Ne è la prova il fatto che nella crisi che stiamo attraversando le librerie che reggono meglio sono quelle dove si punta sul servizio, la competenza e la personalizzazione, mentre a soffrire di più sono quelle standardizzate, demotivate e senz’anima.

Lo si vede nelle librerie di catena, dove la standardizzazione dei comportamenti ha portato a una forte mancanza di identità che il mercato non apprezza affatto. Pensate invece a cosa ha fatto James Daunt nelle librerie Waterstones, in Inghilterra… Ha selezionato uno per uno i responsabili di libreria (la legge glielo permette!) mantenendo solo quelli che hanno una forte motivazione e passione. Ne ha confermati solo 60 su 300! Poi ha voluto la formazione per tutti i dipendenti e ha ampliato l’assortimento in titoli e settori: in questa maniera ha diminuito le rese dal 36 al 7 per cento! E i fatturati del gruppo non hanno subìto l’andamento disastroso del mercato.

Smettiamola, poi, di parlare delle librerie on line! Dobbiamo saperci confrontare con loro, non esserne intimoriti: la cultura è una questione di RELAZIONE, e la relazione la si ottiene faccia a faccia, con il confronto diretto.

Per concludere, una frase del grande italianista Ezio Raimondi, che spero vi sia di ispirazione:

“Mi resi conto che il rapporto con la cultura è sempre un rapporto col nuovo che ci permette di conoscere e, nello stesso tempo, di imparare ad accettare i nostri limiti e a combatterli”.

E poi, un’esortazione a essere fiduciosi e ottimisti:

in effetti ci sono situazioni che proprio non possiamo controllare e influenzare. Di contro, ce ne sono tantissime altre in cui l’atteggiamento col quale le affrontiamo è determinante. UN’ATTITUDINE POSITIVA VERSO I PROBLEMI È SPESSO IL PRIMO PASSO VERSO LA LORO SOLUZIONE!

 

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Di Margiov