Sab. Nov 23rd, 2024

Regali, l’espediente del riciclo fa ricchi i mercatini dell’usato

SARA SETTEMBRINO

È capitato a tutti di aprire con trepidazione un pacchetto natalizio e scoprire con delusione un soprammobile che proprio non piace, un dvd che si ha già o una maglia un po’ troppo grande.

E dopo i sorrisi e i ringraziamenti di rito, che farne? Il riciclo sembra essere una delle strade più seguite. Secondo l’Adoc, l’associazione per la difesa e l’orientamento del consumatore, questo Natale il 30% dei doni sono stati riciclati. In testa alla classifica del riuso l’abbigliamento (39%) e i giocattoli (22%) seguiti da alimentari, vini e liquori (16%). «I soldi a disposizione sono stati limitati – spiega Silvia Cugini, presidente di Adoc Piemonte – e molti consumatori hanno preferito regalare oggetti che già possedevano».

C’è chi, come Daniela, li tiene da parte per il Natale successivo, per un compleanno o una ricorrenza inattesa: «Accumulo in una scatola sopra l’armadio tutti i regali che non mi piacciono, non mi servono o che ho già – racconta – e quando ne ho bisogno, prima di acquistarne di nuovi, guardo se c’è qualcosa di adatto». Altri li rivendono online: «Ho ricevuto un libro che già avevo, lo rivenderò su e-Bay» ammette Maurizio. «Io li porto al Mercatino dell’usato – dice Lucia – così non li ho per casa e ci guadagno anche qualcosa».

Una recente indagine della Camera di commercio di Milano rileva che l’usato è un settore in crescita: il Torinese, con le sue 200 imprese, è al quarto posto nel mercato dell’usato dopo Roma, Milano e Napoli. Una tendenza cresciuta a Torino di oltre il 3% solo nel primo trimestre di quest’anno. Ci sono i periodici mercatini dell’usato nelle piazze, il famoso Balon, ma non solo: oltre ai negozi specializzati in ricercati, e costosi, mobili di antiquariato ne nascono di nuovi che offrono le merci più disparate. Un mercato talmente in espansione che c’è chi, come Gianni Perbellini presidente della Mercatino srl, ne ha fatto un vero e proprio business creando un franchising che ha 200 punti vendita in tutta Italia, una trentina in Piemonte.

A Torino e provincia sono 18 i negozi con questo marchio che arriveranno a 21 nei prossimi mesi. «Si sta rivalutando il potenziale dell’usato – spiega il presidente Perbellini, in questi giorni a Torino per seguire l’avvio di tre nuovi punti vendita – Superato il periodo dell’usa e getta stiamo tornando a dare valore agli oggetti che possediamo. In fondo anche negli alberghi più lussuosi lenzuola, asciugamani, piatti e stoviglie sono già stati utilizzati da altri. Perciò il riuso è nel nostro quotidiano».

Il meccanismo è semplice: si porta a vendere qualunque tipo di oggetto, vestito, collana, bicchiere o mobile che non si utilizza più o di cui ci si vuole liberare, il negoziante fissa il prezzo e, una volta venduto, accredita la metà del guadagno al proprietario. Una formula che sembra premiare visto che, solo a Torino e provincia, il fatturato del 2009 ha sfiorato i 5 milioni e mezzo di euro, quasi 8 milioni su tutto il Piemonte, con una crescita di oltre il 21% rispetto all’anno precedente. «E stiamo crescendo ancora – evidenzia Perbellini – sul 2010 ci aspettiamo un aumento del 10%, un punto percentuale in più rispetto alla crescita prevista a livello nazionale».

da LASTAMPA.IT

Di Margiov