E ora anche le gallerie d’arte sono in franchising
Creare un franchising che non abbia a che fare né con gelati né con hamburger. La scommessa, questa volta, vive nell’arte. «Un mercato che non è chiuso, anzi. Che proprio negli anni della crisi ha conosciuto un nuovo stimolo e che potremmo ulteriormente valorizzare attraverso progetti culturali più ampi» – chiarisce Salvo Nugnes, manager dell’arte, direttore di Promoter Arte e imprenditore affermato in ambito di eventi artistico culturali, nonché ideatore della Milano Art Gallery, lo spazio culturale polivalente nato nel 2010 a Milano e presto diventato un punto di riferimento per artisti affermati ed emergenti.
Nelle sue sale, infatti, hanno esposto i più grandi: da Dorfles a Guttuso, da De Chirico a Dalì, passando per Rotella, Pesce, Pomodoro e molti altri ancora, tanto che il modello milanese è stato presto replicato in altre quattro città: Venezia, Siena, Roma e Bassano del Grappa. E oggi?
«Oggi siamo pronti a un passo avanti ulteriore: il franchising delle gallerie d’arte, un modello poco conosciuto in Italia ma che può aiutare anche gli artisti più giovani, purché talentuosi, a sfondare in questo mondo godendo di una struttura forte, concreta e attiva nell’ambiente» – riprende Nugnes.
Già, perché mai come oggi vivere di arte significa, in primis, avere buoni contatti: «La comunicazione è tutto. Se si vuole arrivare al livello di Cattelan o di Botero bisogna saper comunicare ciò che si fa, partecipare alle fiere, esporre negli hotel. Insomma, farsi conoscere, entrare nei giri giusti» – continua in manager.
Entrando nel franchising proposto da Nugnes, infatti, gli affiliati riceveranno non solo tutta l’assistenza necessaria per l’apertura della propria sede (individuazione della location, organizzazione delle mostre con minimo una mostra al mese garantita, personale o collettiva, proposte commerciali, ricerca di artisti, gestione di costi e allestimento, individuazione di eventuali sponsor) ma potranno accedere anche al modello di comunicazione già sperimentato e consolidato con le Milano Art Gallery, contando su una sicura valorizzazione degli eventi ospitati tra le pareti di una galleria d’arte polivalente, moderna, integrata con appuntamenti culturali di spessore.
Un modello, dunque, in grado di garantire «grande visibilità oltre che ottimi fatturati» – promette Nugnes – con la possibilità, inoltre, di ricevere il patrocinio di istituzioni ed enti locali e nazionali.
«Il segreto? Aver capito che le gallerie oggi devono essere contenitori democratici a tutto tondo, capaci di ospitare eventi di varia natura, dalle esposizioni ai cicli di conferenze. Viviamo immersi in così tanta arte che è necessario differenziarsi, essere caparbi, rendersi unici. E no, non è necessario vivere a New York o Honk Kong, Milano è ormai la nuova capitale dell’arte» – assicura il manager, svelando le prossime aperture: Bologna e Torino.
di Silvia Pagliuca da corriere.it
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