Simply manda in soffitta Sma ora crescerà con il franchising
ENTRO FINE ANNO SI CONCLUDERÀ IL PASSAGGIO DI INSEGNE DELLA CATENA CHE FA CAPO AL GRUPPO AUCHAN. NELLE STRATEGIE POCHE NUOVE APERTURE DIRETTE, VIENE INVECE PRIVILEGIATA L’AFFILIAZIONE AGEVOLANDO LE NUOVE IMPRESE ANCHE CON AIUTI FINANZIARI
Luigi Dell’Olio
Milano Punta soprattutto sul franchising la strategia di crescita di Simply, insegna di supermercati (gruppo Auchan) che lo scorso anno in Italia ha sviluppato complessivamente un fatturato “di insegna” di 4 miliardi di euro, emettendo circa 2 milioni di scontrini alla settimana. Il gruppo francese (un colosso presente in 12 Paesi, con 269mila collaboratori in 1.375 punti vendita diretti, che nel 2011 hanno fatturato 44,4 miliardi di euro) ha cominciato a sviluppare la rete italiana di supermercati nel 1996, anno in cui ha rilevato dalla Ifil della famiglia Agnelli il ramo delle attività alimentari del Gruppo Rinascente.
L’insegna Sma è stata mantenuta fino al 2005, quando è stata lanciata la nuova formula commerciale Simply: la sostituzione del brand è stata completata nel 2011 tra i negozi a gestione diretta ed entro fine anno terminerà il passaggio anche per la rete franchising, con una struttura che prevede tre insegne: PuntoSimply (superficie di vendita dai 200 e gli 800 metri quadri), Simply (800-2.500 metri quadri) e IperSimply (per le strutture più grandi). «Puntiamo a estendere la rete di affiliati, che già oggi conta su 1.250 unità nel territorio nazionale (su un totale di 1.500 punti vendita, presenti in 19 regioni), divisi tra 490 con affiliazione diretta e gli altri in “master franchising”», spiega Marco Bocchiola, responsabile rete franchising di Simply Italia, con riferimento alle formule previste rispettivamente per i piccoli imprenditori (che
necessitano dei servizi di logistica e distribuzione) e per le realtà più strutturate sul territorio (che possono contare su una struttura propria di punti vendita, depositi e centrali distributive).
L’obiettivo della società è aprire 20 nuovi punti vendita all’anno anche se il 2012 potrebbe spingersi oltre (13 le aperture nei primi otto mesi). Perché proprio il franchising? «Questa scelta, che non esclude nuove aperture di negozi diretti, si adatta alla particolarità del tessuto imprenditoriale italiano, costituito per il 95% da pmi con meno di 10 addetti», risponde Bocchiola. «Il franchising è un’opportunità per i piccoli commercianti alimentari, che possono contare su una grande insegna della gdo, che li aiuta a riqualificarsi nel territorio dove operano. Molti nostri imprenditori, infatti, vantano di una lunga esperienza e tradizione in settori dei freschi, come la gastronomia e la macelleria ». Quanto all’identikit del potenziale affiliato, il manager precisa che «Non è richiesto un titolo di studio particolare, ma non si può prescindere da un minimo di esperienza commerciale.
Per il resto, è fondamentale avere un’impostazione orientata al medio-lungo termine. Gestire un supermercato è un’attività molto impegnativa, a cominciare dal tempo richiesto quotidianamente, che si presta a ritorni sostenibili nel tempo». L’investimento minimo iniziale è di 200 mila euro per un negozio di piccole dimensioni e cresce in base all’estensione del punto vendita. Fondamentale per giungere all’accordo è anche la scelta della location, che deve presentare potenzialità di business. In cambio l’affiliato riceve servizi nella fase di pre-apertura (lo studio e l’analisi di vendita e della concorrenza, la progettazione del layout, la definizione e la costruzione degli assortimenti, la formazione e l’addestramento commerciale) e supporto commerciale, tecnico e formativo durante il rapporto di affiliazione. «Inoltre aiutiamo economicamente i franchisee nel dilazionare i pagamenti delle forniture iniziali di merci a due-tre mesi », aggiunge Bocchiola.
L’evoluzione del franchising e le problematiche da superare saranno al centro di un convegno organizzato per il 19 settembre a Milano, dal titolo “Il franchising per crescere”. Un appuntamento che vedrà confrontarsi docenti universitari e analisti del settore sugli scenari di sviluppo del comparto e sulle soluzioni per far dialogare reti, singoli imprenditori e mondo del credito. Qui sopra, Antonello Sinigaglia, direttore generale di Simply Italia.
da REPUBBLICA.IT