Sab. Nov 23rd, 2024

Affitti, Nomisma-SoloAffitti: prezzi giù a Napoli, su a Trento e Roma
A Cagliari, Genova e Napoli i canoni di affitto sono diminuiti più che in altre città italiane nel primo semestre di quest’anno mentre Ancona, Trento e Roma sono quelle che hanno registrato gli incrementi maggiori. È quanto emerge da un rapporto sugli affitti presentato oggi da Solo Affitti, il franchising immobiliare leader in Italia nella locazione con 300 agenzie. Lo studio, realizzato insieme a Nomisma, rileva come in Italia ci sia stato un abbassamento medio dei canoni di locazione dell’1,9 per cento, superando anche il 3 per cento nel caso di abitazioni con garage. Il mercato della locazione mostra un trend di stabilità nei capoluoghi di regione italiani con un calo dei contratti nelle zone di pregio. Le abitazioni nuove si affittano generalmente più in fretta di tutte le altre: 1,6 mesi la media nazionale contro 2,3 mesi. “Per la fine dell’anno – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – prevediamo una sostanziale stabilità dei canoni d’affitti con numero di locazioni in crescita, soprattutto, nelle zone centrali e semicentrali delle città. In attesa di capire se e quando la cedolare secca verrà applicata – conclude Spronelli – possiamo dire dal nostro osservatorio che questo provvedimento dovrebbe avere effetti positivi in relazione al numero dei contratti, potendo godere i proprietari di un maggiore favore fiscale”.Flessione record degli affitti a Cagliari. Nei primi sei mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2009, nel capoluogo sardo si sono spuntati prezzi mediamente più bassi del 10,7 per cento. Sensibile il calo registrato anche a Genova (- 8,3 per cento), così come a Napoli (- 7,6 per cento). Tra i capoluoghi di regione esaminati da Solo Affitti i canoni sono diminuiti anche più del 5 per cento a Bari (- 6,6 per cento) e Bologna (- 6 per cento). Spostamenti minimi rilevati a Milano (- 1,1 per cento), Venezia (- 1,2 per cento) e Firenze (- 1,4 per cento). Ancona è, invece, il capoluogo di regione dove i prezzi degli affitti si sono incrementati di più: + 5,2 per cento. Canoni più alti del 4,1 per cento a Trento e del 3,6 per cento nella Capitale. Piccole variazioni a Palermo e Torino (+ 1 per cento).

Sul fronte dei prezzi Roma batte Milano. Mediamente un affitto a Roma costa dai 30 agli 80 euro in più che a Milano. Sia nella Capitale che nel capoluogo lombardo i prezzi si aggirano sui mille euro. Secondo il rapporto Nomisma-Solo Affitti, il canone mensile medio per un’abitazione arredata a Roma è di 987 euro contro i 957 di Milano. Con prezzi inferiori del 30 per cento e oltre seguono Firenze, con una media di 700 euro al mese, Venezia con 686 euro e Napoli con 616 euro. Per affittare casa, fra i capoluoghi di regione, si spende mediamente meno a Catanzaro (435 euro mese per un’abitazione arredata), Campobasso (458 euro) e Perugia (482 euro). Se si cerca una casa con garage piuttosto che arredata si spende mediamente il 9-10 per cento in più. Cambiano da città a città anche i tempi medi per affittare un’abitazione. Si fa in fretta a Genova e Torino dove il tutto si conclude mediamente in 1,4 mesi. I tempi più lunghi vengono rilevati da Solo Affitti rispettivamente a Catanzaro (3,8 mesi), Milano (3,3 mesi), Napoli (3,3) e Palermo (3,3). Basta meno di un mese per definire la locazione di un’abitazione nuova a Firenze (0,9 mesi) ma si fa presto anche a Trieste, Perugia, Genova, Campobasso, Cagliari, Bari, Ancona (1 mese). A Venezia di contro di mesi ne occorrono almeno tre per chiudere la trattativa. Nel nostro Paese i più richiesti in assoluto per l’affitto continuano a essere i bilocali (quasi il 40 per cento), e soprattutto in centro. Quasi un terzo delle scelte (28 per cento) cade sui trilocali. I monolocali sono anch’essi ricercati soprattutto nel centro città in oltre il 20 per cento dei casi. I quadrilocali (richiesti in circa il 12 per cento dei casi), sono domandati in zone di pregio (da parte della popolazione più abbiente che si può permettere grandi abitazioni anche se associate a un canone elevato), ma anche nelle periferie, dove, invece, si riescono ad ottenere maggiori superfici con una spesa contenuta. A Firenze e Bologna vengono chieste abitazioni mediamente più grandi, mentre a Genova e Trieste quelle di minori dimensioni.

Per quanto riguarda le caratteristiche socio-demografiche di chi va in affitto, si legge ancora nello studio, la quota più rilevante (22 per cento) è rappresentata da giovani coppie senza figli (soprattutto a Roma, Bari, Potenza, Campobasso con quote anche superiori al 30 per cento), seguita da single (20 per cento), famiglie con figli (16,5 per cento), extracomunitari (14,8 per cento), con Milano (26,7 per cento), Venezia (25 per cento), e Firenze (22 per cento) in testa, ed infine i lavoratori temporanei (10,4 per cento), con quote di tutto rilievo a Campobasso (30 per cento) o a Cagliari (22,5 per cento). “Mentre gli americani – afferma Silvia Spronelli presidente di Solo Affitti – stanno rimettendo in discussione l’idea basilare del mercato immobiliare fondata sulla ciclicità dei valori e si stanno interrogando sulla convenienza dell’essere proprietari della propria abitazione, si afferma parallelamente una vera e propria cultura dell’affitto, come stile di vita sposato, particolarmente e felicemente, da chi ama la mobilità, il vivere nomade, il cambiamento e le sfide. Il confronto con il resto dell’Europa evidenzia la nostra particolarità: in Italia, la quota di famiglie che vive in affitto è considerevolmente più bassa, del 18,9 per cento rispetto alla media del 35 per cento degli altri Paesi dell’Unione europea. È una peculiarità specifica del nostro Paese essere legati da tempo a una cultura che identifica la casa come luogo rifugio, un nido in cui trovare stabilità e sicurezza. Nella solidità del mattone – conclude Spronelli – sembra proprio che gli italiani identifichino la solidità auspicata nella famiglia e nel lavoro”. In media, circa la metà dei contratti di locazione stipulati sono mossi dall’esigenza di avere un’abitazione principale, segue la motivazione lavorativa (quasi il 30 per cento, con punte anche oltre il 60 per cento a Campobasso e Napoli), mentre ci si attesta quasi al 20 per cento per quanto concerne lo studio (con punte anche del 40 per cento in città a vocazione universitaria). I contratti stipulati seguono prevalentemente la formula del 4 anni, rinnovabile per altri 4: sono il 44 per cento del totale. Sono più di un quarto del totale i contratti transitori (26,8 per cento) così come quelli a canone concordato (25,3 per cento). Proprietari bolognesi e fiorentini sono particolarmente “affezionati” ai contratti a canone concordato con quote rispettivamente del 77 e 56 per cento, in forza probabilmente di una convenienza oggettiva degli accordi territoriali rispetto al mercato libero. Sul fronte opposto a Milano e Napoli gli accordi sono assai vecchi e rendono impraticabile questa scelta contrattuale.

da ilvelino.it

Di Margiov