Mettersi in proprio: start up facile con la guida
La vera impresa del mettersi in proprio è trovare i fondi indispensabili per avviarla, soprattutto se si tratta di una microimpresa o di un negozio. e questo perché nonostante le molte agevolazioni a disposizione degli aspiranti imprenditori, spesso tali incentivi sono sconosciuti o sembrano complicati da raggiungere. Eppure, mettersi in proprio si può e chi decide di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale può contare su un sostegno che è necessario soprattutto nella fase iniziale grazie al dossier “Mettersi in proprio” del Sole 24 Ore nel quale vengono elencati i finanziamenti a disposizione – dai bandi regionali alle iniziarive di banche e Camere di commercio, senza trascurare i programmi ad hoc ideati dall’Unione europea – come funzionano, a chi si rivolgono e quale iter bisogna seguire per ottenerli.
Si parte con i due maxicapitoli previsti dalla legge 185/2000: gli incentivi all’autoimprenditorialità (start-up) e all’autoimpiego (lavori autonomi, microimpresa e franchising): cosa sono, come funzionano, requisiti e iter per i candidati. E l’ultimo monitoraggio realizzato da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione e lo sviluppo d’impresa, ha evidenziato un boom di domande sul fronte dell’autoimpiego: nel 2010 le richieste di contributi e prestiti sono aumentate di oltre il 30% rispetto al 2009 e il trend positivo conferma nei primi cinque mesi di quest’anno con oltre 4.500 domande presentate, un migliaio di iniziative finanziate e 60 milioni di investimenti ammessi. L’autoimpiego si traduce in prestiti d’onore e bonus a favore di disoccupati intenzionati ad avviare un’attività autonoma sotto forma di ditta individuale con investimenti dichiarati non superiori a 25.823 euro. Quota che sale a oltre 129mila euro per le microimprese. Risorse veicolate attraverso tre canali: contributi a fondo perduto, mutui agevolati, servizi di assistenza tecnica.
Dalla fotografia scattata da Invitalia è emerso che sebbene l’80% delle domande continui a provenire dal Meridione è il Nord-Est a registrare la crescita maggiore: qui le richieste di finanziamento rispetto al 2009 sono più che raddoppiate (+114%), mentre al Centro si registra un incremento del 46% rispetto all’anno precedente. Tra i settori “sponsorizzati”, a prevalere sono le attività turistico-culturali (33% degli investimenti finanziati), seguite da attività manifatturiere artigianali, servizi alla persona, commercio e servizi alle Pmi. Gli interventi di autoimprenditorialità sono invece diretti alle start-up controllate da under 35 residenti nelle aree svantaggiate del Paese.
Nel 2010 sono state finanziate una trentina di imprese, con l’impegno di circa 32 milioni di euro. La selezione per accedere a questi strumenti è rigorosa e i tempi per avere una risposta sono in media di 4 mesi dalla presentazione di tutti i documenti richiesti. Ai fondi gestiti a livello centrale si affiancano gli incentivi regionali che rappresentano una fetta importante dei finanziamenti erogati alle imprese, pari a circa il 20% dell’universo degli interventi. La formula attraverso cui si concretizza il beneficio varia da Regione a Regione: accanto al contributo in conto capitale, si fanno sempre più strada finanziamenti agevolati, contributi in conto interessi, crediti d’imposta, acquisizioni temporanee di quote di minoranza e voucher. Ma i fondi si possono ottenere anche dalle banche che dispongono di un ventaglio di proposte di finanziamento dedicate alle start-up. Da non trascurare, infine, i progetti di microcredito sponsorizzati dalle Camere di commercio che negli ultimi anni si sono impegnate a potenziare i propri fondi di garanzia per incentivare il mondo del credito a dare sostegno ai neoimprenditori, attraverso prestiti a tasso agevolato.
Nel dossier potete misurare anche la vostra attitudine imprenditoriale attraverso un facile test e rispondendo alle 15 domande potreste scoprire il leader che è in voi e decidere di avviare una microimpresa.