Dom. Set 22nd, 2024

Riforma carburanti, perché alcuni gestori non sono d’accordo
Abbiamo dato voce a chi le scelte di Roma non le condivide

Eleonora Lilli

La rete di distribuzione dei carburanti in Italia è stata appena riformata, con l’obiettivo – dice l’esecutivo – di abbassare i listini. Sembra un controsenso, vista la recente stretta sull’auto, con l’aumento di assicurazione, accise sui carburanti e riforma dell’IPT, tuttavia a Palazzo Chigi promettono che la manovra “aiuterà” a tagliare i prezzi. Ma non tutti i gestori ci credono, anzi. Come vi abbiamo già spiegato un’alternativa è proposta da “Libera la Benzina!”, un progetto appoggiato trasversalmente anche in Parlamento. Per capire meglio di cosa si tratta e perché si è creata questa divisione tra gestori (favorevoli e contrari) e tra politici (sostenitori della riforma o oppositori) abbiamo rivolto alcune domande a Faib Confesercenti-Fegica Cisl, i rappresentanti dell’alternativa.

Il sottosegretario Stefano Saglia in una recente intervista a “La Stampa” ha detto che nel luglio 2010 si era arrivati a un testo ampiamente condiviso, “ma due sindacati dei gestori su tre – Faib Confercenti e Fegica-Uil, minoritari rispetto alla Confcommercio – avevano minacciato lo sciopero e ci avevano costretti a desistere. Ora l’abbiamo riproposto, sperando che prevalga la ragionevolezza”. Perché quel testo sarebbe valso uno sciopero?
“Lasciando andare le considerazioni ridicole sul livello di rappresentatività delle diverse rappresentanze sindacali -che, comunque, danno l’idea dello stile e del pressapochismo del politico- il sottosegretario mente sapendo di mentire. Prova ne sia il fatto che lo sciopero a cui fa’ riferimento era stato indetto anche dalla Confcommercio. Nel merito e in estrema sintesi, i testi a cui, per buona parte, ha lavorato Saglia in questi anni, compreso quello inserito al’improvviso e con il favore dell’”oscurità” nel decreto, non hanno alcuna ambizione di arrivare ad una vera riforma della distribuzione carburanti per rendere il mercato trasparente e competitivo e consegnare ai consumatori prezzi più contenuti. Il solo obiettivo a cui, in realtà, ha sempre teso è stato quello di nascondere dietro annunci di facciata -allo scopo di contenere le giuste denunce di consumatori e opinione pubblica- la conservazione delle ingenti rendite di posizione esistenti e, semmai, risolvere qualche problema di dettaglio posto insistentemente dai petrolieri. La ferma contrarietà di Faib Confesercenti e Fegica Cisl, quindi, è assolutamente coerente con le posizioni assunte in precedenza. Altri, semmai, hanno cambiato radicalmente opinione, per ragioni che, francamente, non è appassionante andare a rimestare”.

Qual è l’obiettivo di “Libera la Benzina”? E quali vantaggi offrirebbe agli automobilisti rispetto alla riforma appena approvata?
“Innanzi tutto quella contenuta nella manovra non è affatto una riforma. Tentare di far credere che rafforzando le posizioni dei petrolieri e imponendo l’apertura di qualche self service si chiudano d’incanto 13000 impianti -come afferma Saglia sfidando il grottesco- o si abbassino di colpo i prezzi dei carburanti, è un insulto all’intelligenza e al buon senso. Sia sufficiente accennare appena al fatto che già oggi quasi il 90% degli impianti è dotato di “macchinetta” self service e il 60% mette a disposizione dell’automobilista la scelta tra la modalità di rifornimento in servito o in self service. Addirittura Eni, il leader del mercato, dichiara l’80% delle sue vendite avvenire già oggi in self service. Il punto che un Governo responsabile di un Paese moderno dovrebbe porsi è quello di realizzare le condizioni e fissare le regole base per la costituzione di un mercato aperto, libero, concorrenziale. Proprio questo è l’obiettivo del progetto “Libera la benzina!” che non è frutto delle fisime di “sindacati minoritari”, ma è il progetto di riforma al quale hanno deciso di dare il loro sostegno intere Confederazioni sindacali del lavoro dipendente, la CISL, e del commercio, la CONFCOMMERCIO; molte tra le più importanti associazioni dei consumatori, ADICONSUM, ADOC, ADUSBEF, FEDERCONSUMATORI; catene cooperative della grande distribuzione come CONAD; e, infine, 100 tra Deputati e Senatori, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari sia di maggioranza che di opposizione. Tra questi due Presidenti di Commissioni e due ex sottosegretari che hanno preceduto Saglia nel ruolo che lui ora ricopre. Senza contare che la stessa aula del Senato, lo scorso 18 maggio, ha approvato all’unanimità la relazione della speciale Commissione, istituita per vigilare sulla dinamica dei prezzi, che individua in questo progetto di legge (e non altri) le soluzioni per affrontare e risolvere gli atavici problemi di un mercato sotto stretto controllo, “dalla culla alla tomba”, da poche aziende petrolifere”.

continua

da OMNIAUTO.IT

Di Margiov