Una panoramica sulle condizioni economiche del Franchising in Italia attraverso lo studio esclusivo di Bureau van Dijk e Az Franching.
La recessione che ha colpito l’economia mondiale negli ultimi anni ha lasciato il segno sull’industria italiana ed anche sul settore franchising. Bureau van Dijk e AZ Franchising mostrano attraverso lo studio di un campione di aziende del franchising la profittabilità dei singoli comparti commerciali.
Bureau van Dijk, multinazionale leader per la fornitura di software e informazioni economico finanziarie, ha elaborato – attraverso AIDA – i dati su un campione di aziende nel biennio 2009-2010 scattando così un’istantanea del settore.
Ecco cosa emerge dall’analisi dei dati.
Nel 2010 rispetto al 2009 oltre la metà dei settori ha registrato una diminuzione delle imprese che ne fanno parte (64%). Nonostante ciò, si tratta di una diminuzione entro valori limitati, scaturita dalla crisi ma anche da un calo di attrattività di determinati settori.
In flessione: food (-1,42%), ottica e fotografia (-1,04%), formazione (-0,60%), animali (-0,53%), grandi magazzini (-0,38%), gioco e scommesse (-0,49%), eventi (-0,49%), distributori automatici (-0,38%), grandi magazzini (-0,38%), sport e tempo libero (-0,38%), small office (-0,37%), energia (-0,29%), il settore lavanderie (-0,28%), librerie (-0,20%) e, infine, il turismo (-0,05%).
In crescita: servizi (+2,25%), moda (+1,56%), agenzie immobiliari e creditizie (+1,49%), salute e bellezza (+1,21%), commercio specializzato (+0,74%), comunicazione (+0,56%).
Variazioni del fatturato (2009-2010).
Il volume d’affari del 32% dei settori presenta una diminuzione, mentre per il restante 68% si registra una crescita anche se decisamente contenuta. Un aumento delle vendite si è riscontrato nei seguenti settori: gioco e scommesse (+60,28%), eventi (+18,52%), food (+15,87%), moda (+15,14%). In calo: librerie (-0,90%), animali ( -1,95%) e distributori automatici (-35,21%).
Dai dati emerge inoltre che solo il 23% delle aziende del settore riporta un EBTDA in crescita, mentre per il restante 77% si riscontrano delle perdite.
Complessivamente quello che emerge al termine dell’analisi, è un quasi pareggio tra gli aumenti e le diminuzioni avvenute dal 2009 al 2010. Un chiaro segnale della staticità dell’economia italiana.
da INFORMAZIONE.IT