IREF Italia, a nome di tutti gli operatori che direttamente o indirettamente operano nel e in collaborazione con il settore del franchising e in rappresentanza di tutte le categorie dei propri Associati, ritiene non più tollerabile rilevare un continuo uso del termine “franchising” in abbinamento a eventi negativi di immensa gravità generando così un uso, una adozione ed una utilizzazione in forma “spregiativa”. Frasi, titoli di notizie, testi di articoli, affermazioni in interviste del tipo “franchising del terrorismo”, “franchising del terrore”, “Organizzazione terroristica in franchising” e altre tante variabili devono cessare immediatamente e gli addetti hanno l’obbligo morale, etico e deontologico affinchè tale cessazione si concretizzi.
L’accostamento dei due termini è effettuato da tempo anche con altre strutture fuorilegge o criminose. È ancora nella memoria di tutti come, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, ad Al Qaeda la definizione di “franchising del terrore” sia stata coniata e oggi trasferita all’Isis con il “franchising del terrorismo”.
Oltre ad una palese infondatezza tecnica, si tratta anche di un accostamento improprio e, non raramente, abusato per ampliare l’“effetto giornalistico” di una qualche notizia, fino ad arrivare anche ad un abbinamento di natura politica, come, per i partiti talvolta definiti “partiti in franchising”).
L’accostamento a strutture terroristiche/criminose non può più costituire una semplificazione giornalistica in quanto poco rispettosa di un settore ove si opera con livelli di serietà, professionalità e, soprattutto, legalità assolutamente non paragonabili o accostabili a niente di illegale.
Tutti gli operatori sono invitati a sostenere questa campagna di tutela di immagine collettiva per un settore che all’economia nazionale e internazionale contribuisce moltissimo.
da Iref Italia
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