Ven. Nov 22nd, 2024

Come aprire un franchising a Padova
Tutte le informazioni utili per avviare un’attività con questa particolare tipologia di contratto tra produttore e rivenditore

Il contratto di franchising è un accordo tra il produttore (che concede la commercializzazione dei propri prodotti a terze persone, nonché l’utilizzo del marchio e dell’insegna) e il rivenditore, ossia l’affiliato. Il primo, franchisor, si impegna nella fornitura di prodotti secondo la quantità richiesta (in molti casi contrattualizzata in misura minima o massima). Il franchisee, affiliato, si obbliga a promuovere ed eseguire le vendita nella zona assegnata; prestare assistenza (anche post-vendita) ai clienti; sottostare alle clausole dettate dal franchisor, da intendersi quali regole interne di organizzazione su modalità e prezzo di vendita dei prodotti.

La convenienza è per entrambe le parti. Il produttore riesce a programmare la quantità di beni da produrre; a sviluppare una rete di distribuzione senza il rischio della distribuzione; a elaborare il piano di mercato dei propri prodotti (che i rivenditori dovranno incondizionatamente approvare e osservare) in tutti i particolari. Dal Canto suo, il rivenditore diventa sì imprenditore indipendente dal punto di vista giuridico ed economico ma può fare affidamento su marchio (già noto) e know-how del produttore (per questo motivo non è necessaria una particolare formazione o esperienza ma solo spiccate qualità personali e professionali).

Prima dell’affiliazione occorre preventivare i costi di start-up. Primo fra tutti per l’affitto di locale idoneo: solitamente, infatti, i franchisor richiedono locali costosi, ubicati in centro città o luoghi ad alta frequentazione come centri commerciali e aeroporti. Poi le spese per le attrezzatura, per la gestione commerciale e ovviamente per il personale.

A queste si aggiungono solitamente anche costi fissi da riconoscere al franchisor quali diritti d’ingresso o fee periodici, ossia una cifra fissa che l’affiliato versa al momento della stipula del contratto di affiliazione commerciale. Per royalties si intende poi la percentuale che l’affiliante deve riconoscere al franchisor commisurata al giro d’affare oppure in quota fissa.

Un contratto regola i rapporti tra affiliato e affiliante. Viene stipulato in forma scritta,e deve espressamente indicare l’ammontare degli investimenti e dei diritti di ingresso, le modalità di calcolo delle royalties, l’eventuale esclusiva territoriale, il know-how (conoscenze pratiche non brevettate derivanti da esperienze pregresse che il franchisor dovrà trasferire all’affiliato), i servizi offerti all’affiliato e le condizioni di rinnovo, risoluzione o cessazione del contratto. Il know-how è un patrimonio segreto, ossia non generalmente noto o facilmente accessibile; sostanziale, ossia una sorta di conoscenze indispensabili per l’affiliato; individuato, ossia ampiamente descritto e sufficientemente esauriente.

Per aprire un franchising occorre innanzitutto avere una predisposizione per il lavoro indipendente, un’idea chiara sul prodotto che si vuole commercializzare e sul tipo di business da avviare. Non necessita una particolare formazione in un determinato settore poiché in Italia sono presenti numerose aziende che permettono l’affiliazione in franchising: abbigliamento, ristorazione, immobiliare, metalli preziosi, caffè, casalinghi, libri e così via. Una volta delineata l’idea occorre avviare un’indagine di mercato in modo tale da studiare la concorrenza e capire la predisposizione dei potenziali clienti. Individuata la tipologia di franchising da avviare occorre eseguire una valutazione sulla qualità del franchisor, della sua rete e dei possibili vantaggi economici. Per questo è importante conoscere la forma societaria del franchisor, l’anno di fondazione e di avvio in franchising, il numero dei punti vendita in Italia e all’estero.

da PADOVAOGGI.IT

Di Margiov