Sab. Nov 23rd, 2024

Blockbuster diventa una parafarmacia. Il sindacato: “Lavoratori tenuti all’oscuro”

di Lorenzo Lamperti

Dai dvd alle aspirine, dai videogiochi agli sciroppi per la tosse. Il capitolo di Blockbuster Italia sta volgendo al termine. E questa volta per sul serio. Si è chiacchierato per mesi, per anni sul possibile fallimento della catena leader del videonoleggio, ma l’ipotesi si verificherà solo adesso, all’alba del 2012.

Pochi giorni prima di Natale il liquidatore Generoso Galluccio e l’avvocato Gianluca Minniti hanno depositato il concordato fallimentare al giudice fallimentare di Milano Francesca Savignone. Che fine faranno gli oltre 100 negozi e i 780 dipendenti? 78 punti vendita saranno convertiti in parafarmacie, dopo il perfezionamento della trattativa con Essere Benessere.

In molti si chiedono: qual è l’interesse che spinge Essere Benessere ad acquisire i negozi Blockbuster, soprattutto visto che gli store hanno contratti d’affitto e non sono di proprietà? Innanzitutto bisogna capire se l’azienda parafarmaceutica non voglia trasformare i contratti di affitto in contratti di vendita. In secondo luogo, i piani di Essere Benessere sembrano prevedere l’introduzione di veri e propri centri con trattamenti benessere. Per questo faranno comodo negozi dalla metratura più ampia e soprattutto quelli in zone centrali permetteranno di ampliare il business societario.

Il progetto della società parafarmaceutica prevede l’acquisizione dei punti vendita del centro nord, specialmente di quelli che si trovano nelle zone più centrali delle città. In particolare, a Milano inizierà la riconversione degli store centrali a partire dal 31 gennaio. E gli altri negozi? Il loro destino è incerto. Si parla molto di centri scommesse, con alcune società come Merkur Win e Sisal che avrebbero mostrato interesse. Un’altra strada possibile è quella del franchising, anche se per ora è stata trascurata dall’azienda.

Nel frattempo continueranno ad andare avanti in condizioni quantomeno difficili fino, pare, al 31 marzo. Sotto ordine della casa madre americana, le insegne degli store italiane sono state oscurate. Al posto della scritta gialla su sfondo blu ora nei punti venditi italiani campeggia una colata di vernice nera.

I dipendenti? Si salverà uno su sette. Saranno poco più di 100 su 780 i lavoratori che resteranno anche dopo la conversione a Essere Benessere. Per gli altri si aprono le porte della mobilità e della cassa integrazione. Una soluzione che il sindacato accetta a denti stretti, come testimonia la rappresentante della Cgil Ilaria Serina, dipendente di Blockbuster presso lo store di viale Marche a Milano, nell’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it.

Come ha preso il sindacato la trattativa con Essere Benessere?
“Rispetto alle problematiche dell’azienda e del mercato siamo contenti che esista un acquirente che possa garantire un minimo di futuro. Però non siamo contenti, prima di tutto perché non c’è occupazione. Viene salvato meno di un dipendente su sette. Poi è chiaro che Essere Benessere opera in un ambito del tutto diverso da Blockbuster e ha bisogno di un personale specializzato. Per motivi anche legali chi vendeva dvd o videogiochi non va bene per vendere farmaci. Il numero delle persone che verrebbero acquisite quindi è molto basso. Viene salvato praticamente un dipendente per negozio con un monte di 40 ore. Quindi o viene tenuto un full time o due part time da 20 ore ciascuno. Certo rispetto a qualche mese fa siamo sollevati, perché le offerte e le trattative erano nebulose e incerte”.

Si può imputare qualcosa a Blockbuster sotto il profilo della gestione di questa situazione?
“Il problema di Blockbuster è sempre stato la mancanza di comunicazione. Questa trattativa è partita male perché non ci sono state comunicazioni chiare, tempestive. Il sindacato e i lavoratori sono sempre stati tenuti all’oscuro sulla procedura di liquidazione. Questo per due motivi: primo perché spesso anche la sede non aveva informazioni. Secondo perché anche quando le informazioni la sede ce le aveva non si preoccupava di trasmetterle ai dipendenti. Le parole erano: ‘Non c’è niente di cui preoccuparsi, stiamo traghettando l’azienda verso il futuro’. Tutte frasi che cercavano di rassicurare ma le parole erano sempre molto nebulose. Non c’erano mai date, conferme, nomi. E questo è un problema che ci porteremo avanti, anche adesso che andremo a parlare di ammortizzatori sociali e cassa integrazione”.

Sono delineati i contorni del passaggio da Blockbuster a Essere Benessere?
“Ci sono tutta una serie di questioni aperte. Quali sono i negozi che chiudono per primi? Quali resteranno aperti? Come verranno scelte le persone che rimarranno a lavorare? Modalità e tempistiche non sono per niente chiare. Manca completamente una volontà di cooperazione tra le due parti, tra sindacato e azienda. Noi auspichiamo che possa esserci una collaborazione anche perché così la transazione potrà essere rapida e indolore. Questo a tutela anche di chi dovrà andare in mobilità e in cassa integrazione. E’ importante che queste persone abbiano delle certezze. Anche perché da tempo Blockbuster non è più un lavoro stagionale o che viene svolto solo da studenti in fase temporanea. In negozio ci sono tanti padri e madri di famiglia, persone che lavorano da anni che hanno acquisito tutta una serie di posizioni e privilegi che perderanno da un giorno all’altro”.

Avete già incontrato i rappresentanti di Essere Benessere?
“No ancora non c’è stato nessun incontro. Il bubbone è scoppiato solo quando c’è stata qualche indiscrezione sull’interesse di Essere Benessere. Noi come sindacato siamo intervenuti per dire che è indecente che i lavoratori vengano a conoscere il loro futuro professionale da un giornale e non dall’azienda dalla quale dipendono. Dall’azienda hanno smentito in un primo momento la notizia. Da qui noi abbiamo cercato di fare lo sciopero il 25 dicembre a Milano. Ma le cose non sono andate bene e solo un negozio è rimasto chiuso. Questo perché specialmente a Milano c’è molta paura di scioperare e si crede sempre a quello che dice l’azienda, che diceva che a causa di questo sciopero si perdeva un incasso che poteva risollevare tre mesi di fatturato. Alla fine il 28 dicembre il liquidatore Generoso Galluccio ha confermato ai sindacati che Essere Benessere è l’acquirente”.

Essere Benessere è la soluzione migliore per i dipendenti di Blockbuster?
“Visto che l’azienda è in crisi da anni e lo si sapeva magari si poteva trovare una soluzione migliore almeno per l’occupazione. Ma altri acquirenti non ce ne sono e quindi ben venga Essere Benessere “.

da AFFARITALIANI.LIBERO.IT

Di Margiov