Quali sono i costi, guadagni, soluzioni di franchising e cosa occorre per aprire un Negozio di Scarpe?
Aprire un negozio di scarpe può essere un’attività commerciale molto interessante sotto il profilo della propria realizzazione professionale.
Cosa occorre per aprire un negozio di scarpe?
Attitudine alla vendite, conoscere alla perfezione il mondo delle calzature e restare sempre aggiornati sulle tendenze del momento. Si tratta di un mercato ancora molto florido. Basti pensare che una donna italiana acquista in media 5,2 paia di calzature ogni anno. Un paio ogni settanta giorni. Una media notevole. E anche gli uomini del Bel Paese non sono da meno, attestandosi sui 3,5 paia di calzature nuove in 12 mesi. Non sono i 40mila dollari spesi in 30 anni da Carrie Bradshow, protagonista di Sex And The City, per la sua collezione di scarpe e neanche cifre da “sindrome di Imelda”, comportamento che porta ad accumulare scarpe in modo ossessivo, ma numeri capaci di dimostrare che il business della vendita di scarpe è ancora profittevole.
Quanto costa aprire un negozio di scarpe?
La cifra può variare molto, soprattutto in base all’esercizio commerciale scelto, all’allestimento desiderato e al tipo di scarpe che s’intende vendere. Optando per linee di nicchia, sebbene ricercate, può bastare un locale di 40 metri quadri, magari con un piccolo magazzino annesso. Al contrario, volendo esporre un numero ampio di calzature, servono dagli 80 ai 120 metri quadri. Una semplice scaffalatura, inoltre, si adatta alla vendita a buon mercato, mentre allestimenti ricercati possono rappresentare un plus per l’acquirente e il suo desiderio di acquistare. In estrema sintesi, si parte dai 20-25mila euro fino a cifre che possono superare i 100mila euro.
Quanto si può guadagnare con un negozio di scarpe?
Una ricerca promossa da Confcommercio ha messo gli italiani al primo posto per la spesa pro-capite in fatto di abbigliamento e scarpe con una media di 1.200 euro annui. Una cifra ragguardevole che rappresenta la metà dell’investimento medio complessivo di un italiano nella macrocategoria “cura di sé” (poco meno di 2.400 euro) che comprende anche cure mediche, protezione sociale, igiene personale, wellness e attività sportiva. Ipotizzando che un paio di scarpe costi in media 80 euro (e siamo stati bassi) e usando come addendo i dati riportati poco sopra (5,2 paia di scarpe nuove per le donne e 3,5 per gli uomini) si evince che le italiane spendono circa 420 euro ogni anno in calzature, mentre i maschietti del Bel Paese si attestano sui 300 euro. Un oculato gestore potrebbe moltiplicare questi risultati per il numero di abitanti dell’area in cui intende aprire l’esercizio commerciale al fine di osservare il suo fatturato potenziale annuo. Nessuno si aspetta che tutta la popolazione di una zona si rechi presso il nuovo negozio di scarpe, ma è comunque una base di partenza per redigere un business plan. È opportuno sottolineare che nulla vieta di vendere anche accessori (es. borse, sciarpe, calze e calzini, cinture, foulard, ecc.) all’interno del negozio. L’abbinamento borsa-scarpe o cintura-calzature è molto importante per chi possiede una spiccata attenzione verso i dettagli.
Norme e burocrazia
Aprire un negozio di scarpe è molto semplice sotto il profilo burocratico. Basta aprire Partita Iva, consegnare la SCIA in Comune, facendo attenzione che il locale possieda tutti i requisiti necessari per la vendita al dettaglio (es. il bagno), e iscriversi al Registro delle Imprese presso la locale Camera di Commercio. Occorre, infine, regolarizzare le proprie posizioni INPS e INAIL, oltre a quelle di eventuali collaboratori.
Aprire un negozio di scarpe in franchising
Non è forse la soluzione più congeniale per chi desidera dare avvio a questa attività, anche perché le calzature, così come l’abbigliamento, vendono in base alla tendenza del momento e c’è il rischio che il franchisor scelto non produca i modelli maggiormente in voga. Nel caso si desideri specializzarsi in un determinato segmento (es. classiche, sneakers, sportive, solo cuoio, ecc.), tuttavia, affidarsi a un franchisor può essere un buon investimento. In ambito sport e tempo libero l’offerta dell’azienda californiana Skechers è interessante, così come quella dell’italiana Fly Flot. Passando al classico, Cinti propone un franchise molto chiaro e innovativo. Desiderando un marchio già molto noto è possibile spostare la propria attenzione su Bata. Quest’azienda, tuttavia, richiede che l’esercizio abbia determinate caratteristiche (es. metratura minima e ampie vetrine) e sia ubicato in un’area molto transitata.
da biancolavoro.it
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