La mia azienda è nata grazie a una commedia
Antonio Fabrizio : Trent’anni, ha fondato lovendoperte.it, una catena di negozi in franchising che aiuta le persone a vendere e acquistare oggetti su eBay.
Lei a 30 anni è un pioniere dell’e-commerce. Il suo franchising conta oltre 70 punti vendita in Italia e Spagna. Come le è venuta l’idea?
Nel 2007 guardando Quarant’anni vergine, una commedia americana in cui la protagonista femminile gestisce un negozio Ebay. Insieme con mia sorella Rosa Fabrizio e mia moglie Natalia Tagliaferri ci siamo convinti che fosse l’idea giusta. E a settembre dello stesso anno abbiamo aperto il primo negozio, a Latina, la mia città.
Cos’è di preciso un negozio Ebay?
Nel nostro caso sede fisica per l’assistenza alle compravendite online. Aiutiamo le persone a vendere e comprare oggetti su Ebay.
Offrite aiuto a tutte quelle persone che non conoscono internet, o non si fidano, o sono poco pratiche del mezzo…
Esatto: abbiamo una qualifica Ebay, che certifica e garantisce la nostra correttezza e professionalità. E il nostro è il primo franchising europeo per l’intermediazione tra il mercato “reale” e quello “virtuale”.
Come si fa vendere un oggetto attraverso i vostri negozi?
Bisogna andare in un punto vendita e compilare una scheda con i dati sull’oggetto, che viene fotografato e messo in vendita un’apposita inserzione. Da qui in poi, il personale del negozio, in cambio di una piccola percentuale sulla vendita, si prenderà cura di rispondere ad eventuali domande ricevute dai potenziali acquirenti, verificando la correttezza del pagamento e la spedizione.
Quali merci trattate?
Dal divano all’auto sportiva, dal quadro all’oggetto da collezione. Ma anche vecchi regali, acquisti sbagliati, fondi di cantina, cianfrusaglie da soffitta. Trattiamo circa 200mila oggetti di 6300 categorie merceologiche.
Ricorda qualche compravendita curiosa?
Be’, abbiamo venduto uno Yacht di venti metri che era di Brigitte Bardot. E poi una Ferrari 456 per 75mila euro. Ma anche ulivi secolari, un lotto di terreno edificabile, una pelliccia ad agosto. Di cose curiose se ne vedono.
Quanti sono i vostri negozi?
Abbiamo aperto 74 punti vendita in diciotto regioni della Penisola e a maggio nel 2009 siamo sbarcati Spagna. La lista dei negozi è sul nostro sito www.lovendoperte.it. Ora abbiamo richieste di affiliazione da 19 paesi stranieri e nel 2011 siamo stati selezionati per partecipare al premio “Best franchise in the word”.
Quindi continuate ad espandervi…
Sì, la prossima apertura è quella di Lecco il 12 febbraio. E poi inaugureremo i nuovi punti vendita a Milano e Bologna.
Chi sono i vostri clienti?
Chi non sa usare internet, o non si fida a mettere online i propri dati sensibili e teme una truffa. Oppure chi non vuole perdere tempo in fila alla posta per spedire pacchi e inviare documenti. O ancora, chi vuole svuotare una soffitta o una cantina. E poi ci sono le aziende: sono sempre di più quelle che puntano sull’e-commerce.
Perché le aziende si rivolgono a voi?
Di solito vogliono sondare nuovi mercati o smaltire il magazzino. O ci chiedono aiuto nella gestione di contrattazioni a distanza.
Quante persone lavorano con voi e chi sono i titolari dei vostri punti vendita?
La famiglia al completo conta ormai circa 170 persone. Il più giovane è un ragazzo di vent’anni, ma non esiste un identikit: si tratta di persone che hanno compreso le possibilità di sviluppo offerte dall’e-commerce e vogliono avviare un’attività con un investimento modesto. Nelle grandi città, ma anche e soprattutto nei piccoli centri.
Sembra una versione tricolore dell’American Dream, il sogno americano…
Se fossimo negli Usa, probabilmente staremmo cominciando a valutare di quotarci in Borsa. Qui la nostra ambizione è diventare un canale per far crescere le esportazioni del made in Italy.
Torniamo agli inizi. Quali difficoltà ha avuto per avviare la sua azienda?
Siccome in Italia diffidiamo di tutto quanto è nuovo, nessuno credeva a un modello di business così rivoluzionario. Trovare i finanziamenti poi, manco a parlarne. Se non avessi avuto alle spalle un’esperienza imprenditoriale nel settore della grande distribuzione e una piccola base di capitale, non sarebbe stato possibile partire.
Quali effetti ha avuto la crisi sul vostro giro d’affari?
Abbiamo soppiantato i tradizionali mercatini dell’usato, rispetto ai quali abbiamo una percentuale sul conto vendita che è dimezzata. Inoltre, in un periodo segnato dalla crisi di liquidità della zona Ue, siamo diventati una valida alternativa agli outlet per chi ha bisogno di far cassa.
Marco Fantini