Lun. Mag 20th, 2024

Dal campo alla gelateria: la filiera di “Grom” diventa a impatto zero

FILIPPO MASSARA

Trucioli di legno, paglia, foglie e plastica biodegradabile per proteggere fragole e meloni. Anche i cucchiaini diventano a impatto zero. L’azienda novarese «Novamont» ha segnato un altro passo verso lo sviluppo ecosostenibile: frutto – il caso di dirlo – di un accordo con la torinese «Grom», leader nella produzione del gelato di qualità.

La formula è collaudata: componenti vegetali, come l’amido di mais, e polimeri biodegradabili vengono compattati per realizzare il Mater-Bi. Questo materiale, brevetto dell’azienda, viene utilizzato per imballaggi, sacchetti, teli per la pacciamatura e stoviglie. Viene smaltito come rifiuto organico nella raccolta differenziata.

Poi il ciclo ricomincia, visto che le materie prime di origine agricola tornano alla terra tramite biodegradazione o compostaggio. In questo processo non vengono rilasciate sostanze inquinanti e gas ad effetto serra. L’idea è novarese, il ciclo di produzione è nello stabilimento di Terni.

Da quando è stato pensato, ormai più di vent’anni fa, la richiesta non si è più fermata. Alle Olimpiadi di Sydney, nel 2000, il composto è stato utilizzato per realizzare le stoviglie monouso delle delegazioni di atleti e tecnici. Lo stesso si è ripetuto per i Giochi invernali di Torino 2006 e per l’ultima rassegna estiva di Londra, quella all’insegna del rispetto dell’ambiente. Ora è scattato il nuovo progetto che coinvolge un’altra azienda piemontese. Per i suoi 57 punti vendita sparsi in tutto il mondo, Grom ha scelto di utilizzare il Mater-Bi.

«E’ stata prima di tutto una scelta di coerenza – ha spiegato Guido Martinetti, cofondatore di Grom -. L’attenzione che dedichiamo alla ricerca delle migliori materie prime è legata ai temi di responsabilità ambientale e responsabilità generazionale». E’ stata così eliminata la plastica tradizionale dai cucchiaini, dai sacchetti di vendita e da quelli che raccolgono la spazzatura.

La rivoluzione ha coinvolto anche l’azienda agricola Mura Mura, dove Grom coltiva la frutta per produrre i gelati. Il processo di pacciamatura viene ora realizzato con teli in MaterBi che seguono il progetto «Chimica vivente». Rispetto alle plastiche tradizionali, questi teli hanno uno spessore inferiore e si smaltiscono autonomamente. Per questo, non devono essere rimossi al termine della loro attività, che a seconda delle condizioni climatiche può durare da 50 giorni a sei mesi.

La biodegradazione non inquina nemmeno il terreno, come invece può accadere con la plastica tradizionale.

da lastampa.it

Di Margiov