Ven. Nov 22nd, 2024

Libri, profumi, vestiti (ma non solo): è l’Officina Slowear

di Gioia Locati

Due vetrine nel cuore di Brera. Via Solferino 18. Prego, accomodatevi: curiosate e provate. L’ingresso a portico introduce all’Officina Slowear, tempio della moda maschile. Pantaloni Incotex – ripiegati e sistemati come nell’armadio di casa – maglieria Zanone miscelata a camicie informali e sofisticate che evocano l’atmosfera della Dolce Vita, marchio Glanshirt: tante, una per ogni sfumatura – giacche e soprabiti Montedoro, eleganti e informali. Non solo abbigliamento però. Sul grande tavolo centrale un profluvio di idee e oggetti quasi unici: libri di nicchia, accessori di ricerca, colonie portoghesi e profumi rari. E ancora occhiali e taccuini Liberty scelti con cura da questo «marchio ombrello», Slowear che – frutto di un’intuizione lungimirante di Roberto Compagno, già proprietario del marchio Incotex – nasce per combattere i gusti appiattiti, la moda più effimera, quella che dura solo una stagione.

Un inno all’originalità «e alla personalità – è convinto Mario Griariotto, da due anni amministratore delegato del gruppo proprietà della famiglia Compagno – da sempre puntiamo sulla ricerca dei materiali e sulla qualità. La nostra filosofia è proporre un’alternativa al consumo rapido. Siamo convinti sostenitori del “no logo”, in cambio esaltiamo il gusto, anzi lo favoriamo». Guardiamoci intorno. Il posto invita, in tutti i sensi. Bello, per gli arredi vintage («ogni negozio ha pezzi unici») e di design. Come le famose lampade: la Medusa di Olaf Von Bohr e la Coupè di Joe Colombo. Nulla è lasciato al caso.

C’è una regia dietro ogni dettaglio. Che sia quella dell’architetto che ha progettato gli spazi o quella del direttore del negozio che dispone ad arte. «Abbiamo un team formidabile che si occupa di ricerca. Siamo riusciti a far arrivare in anticipo il libro che Obama dedicò alle figlie – racconta Griariotto. Quando troviamo oggetti o volumi di valore, dalle biografie dei divi del cinema alle raccolte di locandine storiche, li portiamo qui». Insomma, la vetrina delle ricercatezze, dei quattro marchi Slowear (Incotex per i pantaloni, Zanone per la maglieria, Glanshirt per le camicie e Montedoro per i capispalla) uniti ad altri marchi scelti per affinità con il mondo Slowear (cinture e scarpe, ma anche vinili, libri, candele, profumi e saponi). «Non mettiamo soggezione – assicura Griariotto – anzi, i clienti si sentono a loro agio, si accomodano, bevono un caffè o un drink, sfogliano i giornali, scorrono l’ I-pad, e se qualcuno si dimentica gli occhiali da vista ne abbiamo noi un’ampia scelta nel cassetto…».

E come il negozio di via Solferino, lo scorso settembre, è stata inaugurata la vetrina monomarca in franchising di Treviso (in via Santa Margherita), che si somma agli altri due store già presenti a Milano (Viale Elvezia) e Parigi (in Rue Royale) e all’imminente apertura del franchising di Udine. Tutti segmenti di un progetto ambizioso: ovvero l’apertura di venticinque monomarca in tutto il mondo, entro i prossimi tre anni. I capi Slowear sono distribuiti in 30 Paesi e si trovano in oltre mille negozi multimarca. Dove incontrano di più? In Giappone sicuramente, a Tokyo è appena stato inaugurato uno show-room e nel 2012 nascerà il primo monomarca.

I punti vendita rispecchiano sempre l’idea dello store atipico, dove è facile entrare. «Per questo a Londra saremo a Notting Hill piuttosto che a Bond Street; a Parigi punteremo sul Marais e non in Avenue Montaigne; e a Milano siamo in Brera, non nel quadrilatero» conclude l’ammistratore delegato. Scelta azzeccata, a giudicare dal fatturato. Il gruppo chiuderà l’anno superando il tetto dei 70milioni di euro, il 16 per cento in più rispetto al 2010.

da ILGIORNALE.IT


Di Margiov