Ven. Nov 22nd, 2024

iStoreiStore, quando la telefonia scopre la sua rete

iStore nasce da un’idea che ha i caratteri dell’intuizione. Paolo Lavaggi, a capo di questa nuova rete in franchising, guardandosi attorno ha notato che il mercato della telefonia, dove certo non manca la concorrenza, difettava però di una proposta. Un negozio che racchiudesse più servizi: dalla riparazione alla vendita di gadget e accessori fino all’erogazione dei servizi degli operatori telefonici. L’azienda da cui scaturisce poi il progetto iStore, la Pineapple, vede la luce cinque anni fa con un punto vendita a Chiavari, in provincia di Genova. Focus, soprattutto, sull’informatica. Poi, poco alla volta, la trasformazione fino alle attività legate, appunto, alla telefonia e al mobile.

COSTI E BENEFICI

“Il nostro obiettivo è di permettere agli affiliati di proporre al cliente finale una gamma completa che copra i servizi – come le riparazioni e l’assistenza – ma anche i prodotti – come quelli legati agli smartphone”, afferma Paolo Lavaggi. E proprio qui sta, per il fondatore, particolarità di iStore rispetto alla concorrenza. “Sono pochi i negozi, oggi, in cui il consumatore può trovare tutto ciò che gli serve per il suo telefonino, i device rigenerati e gli iPhone rimessi a nuovo a prezzi competitivi. E, soprattutto, il nostro franchisee avrà la possibilità di servire sia la clientela che possiede l’iPhone sia quella che invece ha un sistema operativo basato su Android. Tanto è vero che, dai nostri test, abbiamo visto che il business di un iStore non viene intaccato dalla vicinanza con i negozi di telefonia tradizionale”. Il punto pilota, di metratura limitata, solo 21 metri quadrati, è stato aperto a Rapallo (Ge) e ha dato molte indicazioni utili alla casa madre. Per esempio, sul fatturato: il primo anno si è chiuso con un giro di affari di 230mila euro. Questo vuole dire un rientro in pochi mesi dell’investimento iniziale che, per un affiliato, è stato previsto in un range fra 15 e 25mila euro, dipende dalla location, preferibilmente fra 35 e 40 metri quadrati in un centro storico. “Ma, compatibilmente con i costi, prendiamo in considerazione anche locali in centri commerciali”. Il margine di guadagno per l’affiliato può esser molto vario. Si va dal 50 per cento circa sull’accessorio originale fino al 400 per cento su quello low cost. “L’affiliato ha a disposizione 25mila referenze, un listino perennemente aggiornato con le ultime novità. Inoltre, un sistema centralizzato che, grazie a una piattaforma online, permette al franchisee di ordinare i prodotti, di fatturare e scaricare i listini. Un bel risparmio gestionale, si pensi solo alle spese per il commercialista, per l’affiliato”. Affiliato a cui è concessa totale libertà sul tipo di approvvigionamento. La casa madre richiede il pagamento di un diritto di ingresso fortemente scontato, mentre la royalty è pari al 5 per cento del fatturato annuo. “Prevediamo, comunque, delle agevolazioni per i nuovi franchisee. Nel settembre scorso, per esempio, cofinanziavamo l’avvio dell’attività”, puntualizza Lavaggi.

GLI OBIETTIVI

Oggi, iStore ha due punti vendita diretti più quattro affiliati aperti nel mese di ottobre. L’obiettivo è di raggiungere quota sei entro dicembre. “Non abbiamo una zona particolare in cui intendiamo svilupparci. Valutiamo caso per caso. Siamo stati bravi a trovare la nostra nicchia di mercato e ad ampliarla. Una nicchia, tengo a precisare, così importante che sta trascinando l’intero comparto tanto che stiamo ricevendo proposte anche da importanti operatori telefonici”.

[contact-form-7 id=”6252″ title=”Blog Franchising 2″]

Di Margiov