Sab. Mag 18th, 2024

Un popolo di lettori: in Sardegna le librerie non conoscono la crisi

I colossi dell’editoria nazionale sbarcano in Sardegna con proprie librerie. Lo fanno Feltrinelli e Mondadori. Una delle più quotate case editrici sarde, la Ilisso, non sta a guardare. Sotto Natale ha aperto a Nuoro in pieno centro, portando il capoluogo della Barbagia ad avere cinque librerie, una delle percentuali più alte in Italia rispetto alla popolazione. E con un direttore, Daniele Naitza, promosso libraio da un master dell’università di Venezia

CAGLIARI. Nuove librerie, quindi. Un boom. “Perché quello sardo è un mercato interessante, da sempre”, dice Armida Lugani, responsabile franchising Feltrinelli. “Gli indici di lettura sono buoni, soprattutto nelle città”, fanno eco dalla Mondadori. A Cagliari Mondadori è stato l’apripista. Dall’11 dicembre ha aperto il primo punto vendita in franchising per la sezione junior in Italia. Partner sardo è il gruppo Fozzi-Della Torre, distributori ed editori allo stesso tempo.

La libreria (280 metri quadri) in via Toscana. “Interamente dedicata alla fascia d’età fino ai 16 anni con ampia esposizione di titoli utili ai genitori. Abbiamo anche una sezione audiovisivi”, dice la direttrice Donatella Fozzi, 39 anni. E dopo un mese di attività? “Soddisfatti. Al debutto avevamo uno degli illustratori italiani di punta, Alessandro Sanna. Stiamo continuando con serate e matinée di educazione alla lettura. I clienti apprezzano”.

Il colpo grosso è firmato Feltrinelli. Ieri a Cagliari, via Roma 65, sotto i portici, ha aperto il primo Feltrinelli-point in Italia, in franchising, partner la Ubik che negli stessi locali gestiva un avviato punto vendita. Serata di gala col presidente Carlo Feltrinelli e l’amministratore delegato Dario Giambelli. Superficie di 250 metri quadrati, 25 mila titoli, sei dipendenti (direttore Alessandra Siddi, 33 anni, laurea in Lettere).

A tre isolati, nei locali della ex Casa del Disco sorge una home entertainment, cento metri, quattromila titoli di musica, 1500 titoli video, 1500 referenze di cartoleria e tre addetti. Feltrinelli evoca il “Fronte del porto” perché – a chi passeggia lato-mare – intendiamo offrire “il meglio della narrativa italiana e straniera”, dice Paolo Soraci, capo dell’ufficio stampa. “Offriremo anche le proposte della piccola editoria di qualità, la saggistica in tutte le sue articolazioni e tanti libri per bambini.

Con i due punti vendita vicini creeremo un megastore multimediale capace di dare risposte a ogni esigenza dei lettori. Finora avevamo un presidio alla Feltrinelli Village di Quartucciu. Ma a Cagliari volevamo dare di più”. E così le librerie Feltrinelli diventano 103, con numeri di tutto rispetto: fatturato 2009 di 325 milioni, 1615 dipendenti, 46 milioni di visitatori, due milioni e mezzo di titolari della Carta Più Feltrinelli. E ora Cagliari. Sarà possibile, anche in Sardegna, passare dolci ore a consultare libri da Feltrinelli come succede a Roma Santa Susanna, in piazza Castello a Torino, in via Zamboni a Bologna? “Vogliamo continuare a stringere un ottimo rapporto con i lettori”, dice Alessandra Siddi.

Gruppi nazionali operano da tempo. A Cagliari, Nuoro e Sassari fanno buoni affari le Paoline. Mondadori ha 12 punti franchising (il primo era stato aperto a Sassari nella libreria Dessì del mito Piero Pulina). La catena Edicolè e Gulliver è presente in 16 località. Un gruppo sardo si era formato per rilevare le librerie Tiziano e Il Bastione di Cagliari con la società Miele Amaro costituita da Mario Peddio (agente Feltrinelli), Sebastiano Congiu (Ilisso), Massimo Dessena (Max di Tempio), Aldo Addis (Koinè di Sassari) e Celestino Pilloni (promotore Laterza e Mauri Spagnol). Adesso l’arrivo di Feltrinelli increspa le acque.

Sebastiano Congiu (Ilisso): “L’effetto delle librerie a catena sulla società è paragonabile a quello del giacinto d’acqua o dell’alianto sulla natura. Invadono tutto, uccidono le altre piante e impediscono la biodiversità. Le librerie indipendenti stanno scomparendo, andrebbero tutelate. Poiché non lo fa lo Stato è da sperare che lo facciano i lettori. Le piccole librerie garantiscono la sopravvivenza di una miriade di piccoli editori che rendono possibile la pluralità del pensiero, quindi della cultura”.

Mario Peddio: “La concorrenza stimola quando si è ad armi pari non quando da una parte c’è Davide dall’altra Golia. In Sardegna le vere librerie, quelle che sanno prenotare e attendono le novità, sono appena 42. Che fine faranno? Certo: la presenza di Feltrinelli e Mondadori darà un contributo alla crescita e alla diffusione della cultura”.

Aldo Addis, vicepresidente nazionale dell’associazione dei librai italiani, precisa. “Distinguerei il moltiplicarsi delle librerie di catena dall’apertura di Ilisso a Nuoro. Segue quella di via Manno a Cagliari e prosegue una tradizione che da anni vede i principali editori sardi essere anche proprietari di librerie: è un fatto positivo, dimostra che in Sardegna non si vuole cedere all’omologazione dilagante che altrove sta facendo sparire le librerie indipendenti e le piccole case editrici. Non è negativo neanche il fatto che alcuni librai, scelgano la formula del franchising: si tratta di scelte dovute all’impossibilità di fronteggiare un mercato che purtroppo non ha alcuna regolamentazione su sconti e promozioni. La vera anomalia italiana è che i quattro maggiori gruppi editoriali, oltre a produrre i libri, li distribuiscono con proprie strutture e li vendono nelle proprie librerie. Insomma i grandi editori decidono cosa pubblicare e il prezzo dei libri, poi decidono con quali condizioni distribuirli alle librerie indipendenti e spesso li vendono nelle librerie della propria catena con sconti che per quelle indipendenti sono insostenibili. L’alternativa, già presente in molte realtà, è vedere i libri trattati come detersivi, e di sentirsi non più lettori, ma consumatori di un prodotto. Scegliete un libraio allora, è un modo anche questo di resistere”.

Mario Argiolas, editore Cuec, responsabile dell’ufficio studi dell’Aes (Associazione editori sardi) vorrebbe che la Regione “ridesse efficacia alla legge 22 per incentivare la diffusione del libro edito in Sardegna”.

E lo sbarco dei colossi? “L’offerta diventerà standardizzata, l’esposizione sarà uguale in tutt’Italia senza la necessaria bibliodiversità. Scompariranno molti librai e – soprattutto – i quattro quinti del territorio sardo resterà senza librerie proprie di riferimento. Ci interessano le elites o tutti i cittadini? Ecco: noi non abbiamo nulla in contrario contro i grandi gruppi, vorremmo solo lavorare ad armi pari, servire tutti i cittadini in ciascuno dei 377 Comuni dell’Isola. Solo così si può diffondere la terapia sociale della lettura”.

di Giacomo Mameli da lanuovasardegna.it

Di Margiov