Shanghai Disneyland: cosa ci aspetterà nel Resort cinese di cui sono appena iniziati i lavori?
L’8 Aprile 2011 si è svolta la cerimonia di Inaugurazione dei lavori per il nuovo Resort Disney che sorgerà entro il 2016 a Shanghai. Cosa dobbiamo aspettarci?
di Andrea Monti
Aprirà nel 2015 – al massimo inizio 2016 e comunque in tempo per il Capodanno Cinese – e sarà il terzo Resort per Dimensioni dopo Walt Disney World e Disneyland Paris. Sarà molto diverso da quello che abbiamo visto fino ad ora, oltre anche da quello che leggiamo in proposito sui giornali di tutto il mondo. Vediamo assieme il perché.
Prima di tutto occorre rispondere alla domanda “Perché due parchi in Cina? E come mai cosi diversi?”. Un città da 20 milioni d’abitanti, 330 milioni di cinesi a 3 ore di macchina e 1 miliardo a 3 ore di volo vi bastano? Stiamo infatti parlando di un popolo che al momento ha difficoltà nel viaggiare all’estero – e quindi non può certo pensare di visitare i parchi Disney in Florida, California e Giappone. Ha inoltre difficoltà a raggiungere Hong Kong, che è ancora trattata separatamente dalla Cina, e di conseguenza non può che avere un fortissimo interesse per un parco unico nel suo genere situato, come sarà quello di Shanghai, alle porte di casa.
Effettivamente la Disney Company ha da sempre avuto in mente due Resort separati in Cina, anche considerando la difficoltà dei cinesi nell’avvicinarsi ad un brand che non conoscono – la Disney non era presente fino alla metà degli anni ’90 – e la differenza politica ed economica esistente tra Hong Kong e Shanghai.
È dal lontano 1998 che si vocifera di un parco “Disney, ma diverso” a Shanghai; i primi rumors davano per scontato che Hong Kong avrebbe avuto un Magic Kingdom e Shanghai qualcosa sullo stile di Epcot. Ma all’epoca ci si trovava in un mondo diverso, con una situazione economica diversa e soprattutto con una Disney diversa.
Questo sarà infatti il primo parco Disney la cui costruzione è stata autorizzata e voluta da Robert Iger, responsabile della Company che negli ultimi anni ha dimostrato grandi capacità nella soluzione di tutti i problemi ereditati dalla precedente gestione di Michael Eisner. Errori clamorosi come Disney California Adventure, mal realizzata e povera di tematizzazione, esattamente come i Walt Disney Studios di Parigi, mentre Hong Kong Disneyland è stata colpevolmente sottodimensionata.
Il Resort di Shanghai avrà una dimensione di 4 km quadrati – 963 ettari – all’apertura e comprenderà un parco nello stile Magic Kingdom, un’area Downtown con negozi e ristoranti, due alberghi e un parcheggio. L’intero complesso sarà circondato da un fiume artificiale – che formerà un quadrato delineando il terreno di proprietà della Disney – e avrà proprio davanti al parco un lago, anch’esso artificiale, navigabile da battelli e motoscafi. Il parco vero e proprio avrà un’estensione di circa 225 ettari, di cui la metà “stage” e la metà “backstage”. Disneyland Parigi, giusto per dare un idea, segna 145 ettari di parco e altri 100 di backstage.
La cosa che però stupirà tutti è il sapere che la Disney ha deciso di cambiare radicalmente il layout del parco. Questi ricalcherà effettivamente lo stile dei classici Magic Kingdom, con un castello al centro e aree west, fantasia, scoperte e avventura, ma non sarà presente la Main Street. La riproduzione dei ricordi infantili di Walt Disney con la strada principale di Marceline – nel Missouri – verrà sostituita dunque da un’area d’entrata di 11 ettari caratterizzati da ruscelli, giardini, piante e fiori tipici cinesi in cui si svolgeranno vari spettacoli quali parate, fuochi d’artificio, celebrazioni, street performances, etc.
Tutto il parco prenderà diversi spunti dai parchi Disney precedentemente costruiti. Vi sarà una certa atmosfera internazionale – stile Epcot – ma anche la tematizzazione molto incisiva tipica di Disney Sea. Il tutto, con tantissimi riferimenti alla storia dei personaggi Disney e ai nuovi franchising, per permettere a un popolo tutto sommato ancora “vergine”, di conoscere al meglio il Mondo Disney.
Adventureland sarà naturalmente presente, ma al suo interno saranno tantissimi i richiami ai film del pirata Jack Sparrow, a Peter Pan e cartoni animati recenti quali Aladino. Non ci si dovrà poi stupire di riconoscere elementi legati a Woody di Toy Story a Frontierland e a Buzz nell’area di Tomorrowland.
Robert Iger ha detto nel suo discorso che “Sarà un parco autenticamente Disney, ma distintamente cinese”. Tutta quell’acqua, tutto quel verde, la stessa forma del terreno delineata da un fiume che disegna un quadrato è distintamente cinese; la Città Proibita di Pechino è costruita con lo stesso layout.
Il castello sarà il più grande mai costruito dalla Disney; sarà “interattivo” e avrà al suo interno negozi, ristoranti e attrazioni. Avrà molte situazioni di interattività – cambi di oggetti e trasformazioni – e, per la prima volta, non sarà legato al nome di una Principessa. Dopo i 3 castelli della Bella Addormentata – Disneyland California, Parigi e Hong Kong – e i 2 di Cenerentola – Orlando e Tokyo – il nuovo castello di Shanghai si chiamerà “Sorybook Castle”, cioè “Castello del Libro delle favole”. Questa è forse la più grande differenza rispetto a tutti gli altri Magic Kingdom: un castello diverso, senza il nome di una principessa e con l’area di Fantasyland distribuita tutta attorno al castello. Fantasyland in questo caso non sarà come nelle altre realizzazioni dietro il castello ma lo circonderà, perchè ai piedi del castello si dovrebbero trovare il Carrousel e Dumbo, mentre sul retro, cioè nel cortile, il resto.
Attenzione però, perchè i vari concept art che vengono pubblicati non sono comunque da analizzare o interpretare in modo particolarmente approfondito; Iger e Bob Weiss – capo imagineer sul progetto – hanno infatti deciso di rilasciare solo “concept art d’insieme” che diano un immagine completa del parco, ma nessun dettaglio particolare sulle scenografie. Le varie aree – Lands – infatti, osservando il concept art non pongono in evidenza il realeposizionamento di Tomorrowland, Frontierland o Adventureland. Per quale motivo?
Nel 1979, quando la Disney Company annunciò il progetto del parco a Tokyo, in meno di 2 anni – nel 1981 – venne aperto Nara Dremland, che presentava diverse copie di attrazioni Disney. Addirittura, fin dalla metà degli anni ’90 c’è un parco in costruzione, poi richiuso e riaperto, che è una copia spudorata dei concept Disney nella zona di Pechino. In ogni caso, la Disney non ha ancora comunque definito alcuni particolari nel mix di attrazioni da integrare nel parco. Il “menu”, per cosi dire, è ancora in fase di definizione. I responsabili della Company sanno che devono costruire molte più attrazioni che a Hong Kong, ma ancora di più che devono ampliare i ristoranti – Hong Kong ha 40 minuti di attesa seduti con solo 20 calcolati – e i negozi, che sempre ad Hong Kong sono pochi e di conseguenza sempre pieni anche se il parco non arriva alla sua massima capienza di pubblico. Infine, gli spettacoli registrano il tutto esaurito anche in una giornata tranquilla.
Economicamente parlando la Disney e il governo di Shanghai hanno formato una società di proprietà – Shanghai Disneyland Company – detenuta al 43% dalla Disney Holding Company – società controllata tramite una serie di società dalla Disney – e al 57% dalla Shanghai Shendi Group, che è un’insieme di società che fanno capo allo Stato cinese. Quest’ultimo sarà dunque il proprietario del parco, dei terreni e di tutto il resto. Questo per ricordare che in Cina il concetto di proprietà e molto diverso da quello occidentale.
Inoltre è stata formata un’altra società di management – Shanghai Disneyland Management Company – detenuta al 70% dalla Disney e al 30% dalla Shanghai Shendi. Questa sarà la società che gestirà il parco – in un certo senso in modo molto simile a quanto avviene con EuroDisney SCA, società proprietaria del Resort di Parigi e EuroDisney SAS, società che gestisce il parco.
Prepariamoci dunque ad assistere ad un’altra entusiasmante realizzazione Disney nel mondo. Un po’ lontana da noi, ma che comunque non mancherà di suscitare anche l’interesse degli appassionati europei. E d’altro canto oggi si può raggiungere la Cina in molto meno tempo di quello che ha impiegato Marco Polo. Oltretutto nemmeno motivato dal fatto di potere respirare un po’ di “magia” Disney in salsa orientale.